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Priebke non si è mai pentitoEcco perchè la Chiesapuò rifutargli i funerali

Lo prevede il diritto canonico nei casi di "peccatori manifesti che non abbiano mostrato ravvedimento". E l'ex nazista non ha mai fatto ammenda per le Fosse Ardeatine
di Matteo Legnani domenica 13 ottobre 2013

2' di lettura

Per anni ce lo siamo tenuti in Italia, a Roma. In una casa in centro, con tanto di colf e scorta che lo accompagnava al mercato o ai giardinetti. Ma ora che è morto, tutti a fare gli scandalizzati in vista delle esequie dell'ex gerarca SS Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine, morto venerdì all'età di 100 anni. E se la presa di posizione della comunità ebraica è ineccepibile, le frasi sdegnose del sindaco della città Ignazio Marino hanno il sapore della propaganda politica, per uno che fino all'altroieri faceva il chiruego e di questioni legate agli anni della Resistenza non si è mai occupato. Ma certo lui parla a nome della comunità (Roma) profondamente ferita. Resta il giallo, sui funerali di Priebke. Perché tutti dicono 'mai qui a Roma'. L'idea migliore sarebbe rifilare le spoglie dell'ex nazista alla Germania, della cui nazionalità Priebke si è sempre fatto vanto. Ma il tentativo creerebbe probabilmente un caso diplomatico. Il fatto è che il vicariato di Roma avrebbe rifiutato lo svolgimento delle esequie in una qualsiasi delle chiese della Città Eterna. E in molti si sono chiesti se la Chiesa abbia effettivamente la possibilità di negare il funerale a un defunto. Della questione si occupa il diritto canonico, che dedica alla questione un capitolo dal titolo "A chi si devono concedere o negare le esequie ecclesiastiche". E il caso Priebke può effettivamente rientrare tra quelli che possono esserne privati, laddove il diritto ecclesiastico dice che "ci sono peccatori manifesti ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli". E' sulla base di questo canone che la Chiesa ha più volte negato le esequie ai boss mafiosi. Divieto che non è assoluto, ma subordinato alla condizione che i defunti "prima della morte non diedero alcun segno di pentimento". E Priebke, della strage cui partecipò nel giugno del '44 alle Fosse Ardeatine, ha sempre rifiutato di pentirsi.

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