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Processo Scazzi, i pm: ergastolo per Sabrina e Cosima. Nove anni per Michele Misseri

Secondo la Procura, ad occultare il cadavere sarebbero state 3 persone
di Sebastiano Solano domenica 10 marzo 2013

2' di lettura

Mano pesante del pm di Taranto Marano Buccoliero, titolare dell'inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi: richiesta di ergastolo per la cugina Sabrina e la zia Cosima Misseri, 9 anni per lo zio Michele Misseri per occultamento di cadavere, mentre sono stati chiesti 8 anni per suo fratello Carmine e il nipote Cosimo Cosma Misseri per aver aiutato l'uomo a gettare il cadavere di Sarah nel pozzo. Per Sabrina e Cosima il pm Buccoliero vuole anche l'isolamento diurno in carcere per sei mesi. A dispetto di ciò che ancora continua a dire Michele, zio della 15enne assassinata ad Avetrana il 26 agosto 2010, gli inquirenti sono infatti convinti che gli autori dell'efferato crimine siano Sabrina e Cosima, che per 5 minuti avrebbero cercato di strangolare una Sarah terrorizzata e in lacrime prima di riuscirci. "Quel giorno è mancata pietà umana - ha detto Buccoliero nella sua arringa -, Nostro Signore si è distratto per un attimo". Le due donne avrebbero poi chiesto aiuto proprio a Michele che si sarebbe occupato di far sparire il cadavere, insieme ai due complici, gettandolo dentro il pozzo. Ed è proprio su questa rete di complicità che il pm Buccoliero sta cercando di fare luce. La rete di complicità -  Carmine e Cosimo Cosma Misseri, rispettivamente fratello e nipote di Michele, avrebbero mentito riguardo al luogo dove si trovavano all'ora del delitto. Nel ripercorrere la vicenda, secondo quella che è la sua tesi, il pubblico ministero spiega come Carmine Misseri riceva una chiamata alle 15.08 dal fratello Michele che lo informa che "è successa una disgrazia". Alle 15.30 Michele è al pozzo per nascondere il cadavere, dove già si trovava il fratello Carmine. Questi, in sede d'interrogatorio, aveva invece riferito di trovarsi nei campi con la moglie a quell'ora, in una zona però diversa da ciò che emerge dai tabulati telefonici. A dicembre dello stesso anno, 2010, c'è un'altra telefonata che insospettisce il pm, durante la quale lo stesso Carmine e la moglie sembrano parlare della necessità di trovare un testimone che confermi l'alibi di Carmine. Il pubblico ministero, però, è convinto anche di un'altra cosa: insieme ai due, a nascondere il cadavere c'era una terza persona: il nipote Cosma. Ad indicare la sua presenza sul luogo del delitto sarebbe lo stesso Carmine in un'intercettazione ambientale con la moglie. E in effetti, aggiunge il Buccoliero, il giovane ha fornito alla Procura almeno due versioni: nella prima disse di essere stato tutta la giornata a lavorare nei campi; nella seconda sostenne invece di essere stato a casa fino alle 18.30. In realtà, sostiene il pm Buccoliero, dalle 13.42 alle 16.26 Cosma non è in casa. "Quel giorno - questa la tesi degli inquirenti - Michele in auto, con il cadavere di Sarah nel cofano, passò a prendere dalla sua abitazione il nipote Cosma e, facendo una piccola deviazione, andò al pozzo per nascodnere il corpo. Erano in tre, non conosciamo però i ruoli che ebbero nella soppressione del cadavere". 

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