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Psicodramma a sinistra: ora i comitati di quartiere sono diventati dei nemici

di Nicoletta Orlandi Posti mercoledì 30 settembre 2015

2' di lettura

A pochi mesi dal voto è spuntato un nuovo nemico a sinistra. Agita le discussioni tra consiglieri di maggioranza, riempie le bacheche di Facebook dei militanti arancioni, provoca crisi di coscienza a chi si appresta a chiedere la preferenza ai milanesi dopo aver governato. Il comitato di quartiere è l’ultimo spauracchio dello scricchiolante asse Pd-Sel. Negli ultimi mesi, infatti, sono spuntati come funghi gruppi di cittadini fortemente critici nei confronti dell’amministrazione comunale e di ciò che accade in città.. C’è chi chiede più attenzione per gli abitanti vicini ai cantieri della M4, chi invoca pià sicurezza a Lambrate e Villapizzone, chi non vuole lo stadio al Portello, chi non vuole le bonifiche alla Bovisa, chi vuole salvare gli alberi di via Mac Mahon, chi si lamenta per i muri cadenti del Giambellino e chi invoca più ordine nella movida della nuova Darsena. Tutta gente accusata da parte della sinistra, più o meno velatamente, di voler «bloccare la rinascita di Milano» o di «voler far perdere la sinistra alle prossime elezioni dicendo no a tutto». Il paradosso è che i comitati di quartiere, fino alla vittoria del 2011, erano osannati dal centrosinistra milanese qualunque cosa dicessero. Bastava sparare contro Albertini e la Moratti per guadagnarsi una comparsata al presidio e un comunicato stampa di sostegno. Adesso, visto che sollevano perplessità nei confronti della giunta arancione, sono dipinti come «chi boicotta lo sviluppo». Viva il comitato, a morte il comitato. «Dopo averli cavalcati ora la sinistra li attacca» sostiene l’azzurro Fabruzio De Pasquale, «ma stavolta le ragioni delle proteste sono più fondate». Al di là della polemica politica, la differenza la fa sempre il merito dei problemi: una pista ciclabile può essere giusta sulla carta, ma diventare uno scempio se crea un cantiere enorme che deturpa per mesi la strada di accesso alla Triennale. Non sempre i comitati hanno ragione, ma spesso hanno buoni motivi per chiedere di essere ascoltati. Ascoltarli solo quando fa comodo è l’ennesimo autogol della sinistra. di Massimo Costa

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