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Bruti Liberati ammette: "Ho dimenticato il fascicolo nel mio ufficio"

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 23 marzo 2014

3' di lettura

Il Consiglio superiore della magistratura ha aperto una pratica sull'esposto a carico del Procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, inviato dall’aggiunto Alfredo Robledo che denuncia irregolarità nell'assegnazione dei fascicoli. Sull'esposto Bruti Liberati non ha niente da dire. Il procuratore di Milano preferisce non commentare la vicenda che riguarda cinque inchieste che per Robledo, a capo del II Dipartimento che si occupa di reati contro la Pubblica Amministrazione, sarebbe dovute approdare sul suo tavolo e invece sono state assegnate al I Dipartimento, che si occupa di reati finanziari, guidato da Francesco Greco, che ha preferito no commentare, alla Dda, coordinata dall'aggiunto Ilda Boccassini e al III Dipartimento che si occupa di reati contro la famiglia, coordinato dall'aggiunto Pietro Forno. Le inchieste al centro del l'esposto sono quella sui conti del San Raffaele, assegnata al dipartimento di Greco. Da Ruby a Ilda- Tra i casi citati nella lettera, anche le indagini relative al reato di concussione a carico di Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta Ruby finite sul tavolo di Ilda Boccassini, Piero Forno e Antonio Sangermano, prima al VII dipartimento e poi alla Dda; il caso 'Ruby ter' per le ipotesi di casa testimonianza commesse da alcuni testimoni (tra cui lo stesso Berlusconi, i suoi legali Longo e Ghedini e alcune Olgettine) dei processi Ruby e Ruby bis; una indagini per corruzione condotta dalla Dda invece che dal dipartimento reati contro la Pubblica Amministrazione; e l'inchiesta per turbativa d'asta sulla vendita di alcune quote di Sea al fondo F2I di Vito Gamberale che sarebbe stata assegnata a Robledo in ritardo. La lettera - Bruti Liberati non vuole parlare. Ma proprio su questo ultimo caso segnalato al Csm da Robledo, il procuratore capo di Milano già aveva ammesso le sue responsabilità. In una lettera scritta il 23 marzo 2012, resa nota da Affari Italiani, proprio da Bruti a Robledo si legge: "Purtroppo non avendo provveduto io alla riassegnazione immediatamente dopo il “ponte”, successivamente, per una mia deplorevole dimenticanza, il fascicolo è rimasto custodito nel mio ufficio". Bruti ricostruiva che "nell'imminenza della festività di S.Ambrogio/Immacolata, stante la chiusura festiva dei nostri uffici amministrativi, ho trattenuto il fascicolo nel mio ufficio", dopo che in una riunione si era deciso di affidarlo appunto a Robledo per competenza interna. È una assunzione di responsabilità costosa per il procuratore, di cui però si scorge una puntuta ironia nell’aggiungere "tu (Robledo ndr ) non mi hai più chiesto notizie dopo, immagino per discrezione". La vicenda - Affari italiani ricostruisce l'intera vicenda. Il 25 ottobre 2011 i pm fiorentini Turco e Mion avevano trasmesso a Milano una intercettazione nella quale il 14 luglio 2011 Gamberale (fondo F2i) e il suo manager Maia parevano prefigurare tentativi di farsi cucire addosso il bando del Comune. La doglianza di Robledo è che il fascicolo avrebbe dovuto subito conclamare una turbativa d’asta di competenza del suo pool, mentre Bruti il 27 ottobre 2011 lo iscrisse nel modello degli atti "non costituenti notizie di reato" e lo assegnò al capo del pool reati finanziari Greco: questi il 2 novembre lo coassegnò al pm Fusco, che il 6 dicembre (dopo indiscrezioni di Reuters e Sole 24 Ore ) segnalò a Bruti l’opportunità di riassegnarlo al pool di Robledo per competenza sulle turbative d’asta. Mancavano solo dieci giorni all’asta, che il 16 dicembre andò deserta dopo la bizzarra presentazione fuori tempo massimo dell’offerta di una società indiana, col risultato che il fondo di Gamberale si aggiudicò le azioni Sea offrendo 1 euro più della base d’asta di 385 milioni. Ma il fascicolo, annunciato da Bruti in arrivo a Robledo il 9 dicembre 2011, a Robledo arrivò davvero solo il 16 marzo 2012, dopo articoli di Espresso online e Corriere della Sera sul fascicolo desaparecido. Al Csm Robledo sostiene che, quando ne chiese ragione, Bruti gli parlò di una dimenticanza.Possibile? Sì, come ora prova la lettera del marzo 2012.

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