Sicuro: non sarebbe diventato uno spot né per sé e la sua campagna elettorale, né per qualche suo amico come Nerio Alessandri, proprietario della Technogym cui ha regalato alla fine della scorsa settimana una sgambata in diretta tv sul tapis roulant. Però avevo sperato che oggi Matteo Renzi lasciasse da parte lo show e volasse a Brindisi a visitare la scuola Morvillo-Falcone. Quando arrivò a palazzo Chigi annunciò un'altra delle sue roboanti promesse non mantenute: “ogni settimana sarò in una scuola”. Poi ne ha girate 4 o 5 in tre mesi, sempre ad uso e consumo della sua continua campagna elettorale. Per un attimo ho pensato fosse in buona fede, e gli ho mandato documenti e video per proporgli una visita anche più che simbolica. Due anni fa – il 19 maggio 2012- davanti alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi scoppiò una bomba che uccise una ragazza - Melissa Bassi - rovinando per sempre la sua famiglia. Le fiamme divorarono un'altra decine di sue compagne, bruciando senza perché la loro giovinezza. Nessuna di loro è guarita, né dentro né fuori. E Dio solo sa quando quell'orrore potrà essere annebbiato dal tempo. I segni di quel giorno probabilmente non potranno essere cancellati né dai loro corpi né dai loro cuori. C'erano mille motivi per andare a Brindisi il 19 maggio. Per fare sentire uno Stato che dopo gli sdegni da prima pagina di due anni fa ha lasciato quelle ragazze sempre sole. Perché in questi due anni c'è chi ha pensato perfino di chiudere, di accorpare ad altre scuole quella Morvillo-Falcone che è monumento vivente per la storia di questa Italia malata. Perchè a Brindisi da quel giorno si è sentita solo la stupidità dello Stato. L'attentatore - Giovanni Vantaggiato - è stato condannato per attentato terroristico in primo grado e si sta svolgendo il processo di appello. E' reo confesso, e l'esito non potrà essere diverso. Lo Stato gli ha confiscato tutti i beni, passandoli ad Equitalia giustizia per transitarli nel fondo rotativo per le vittime del terrore. Grazie a questa mossa sono stati pagati i consulenti del tribunale, il fisco che era stato evaso da Vantaggiato, ma non le vittime dell'attentato (la vicenda è ripercorsa da L'Abitacolo di qualche tempo fa al telefono con l'avvocato Mauro Resta, legale di qualcuna delle ragazze di Brindisi - guarda qui il video - ) . La sentenza di primo grado aveva stabilito risarcimenti significativi per i danni irreparabili provocati alle ragazze di Brindisi: a chi 100, a chi 200 a chi 400mila euro. Vantaggiato aveva i beni per pagare, ma avendoli confiscati lo Stato non ci sono più. Il fondo vittime per il terrorismo non prevede infatti la possibilità di accesso delle vittime per avere risarcimenti giudiziari, cosa che invece per una singolare follia della burocrazia, è prevista dal fondo vittime della mafia. Se le ragazze di Brindisi fossero state bruciate in un attentato di mafia, oggi avrebbero quei 200 mila euro che loro spettano. Essendo un attentato terroristico, campa cavallo. Basterebbe una modifica al regolamento di quel fondo per rendere giustizia. Essendoci lanciati con Libero e i suoi lettori nella sottoscrizione a favore delle ragazze di Brindisi e delle loro famiglie, ho pensato fosse dovere nostro lanciarci anche in questa campagna di giustizia. Ho fatto chiedere al ministero dell'Interno e ad Angelino Alfano un intervento che non c'è stato. Ho scritto direttamente a Renzi. Il suo portavoce, Filippo Sensi, ha fatto da tramite. Il premier deve avere letto perchè subito dopo si è attivato con il ministero dell'Istruzione chiedendo cosa si poteva fare e immaginando anche dei percorsi formativi per il lavoro per chi usciva dalla Morvillo-Falcone. Poi tutto fermo, e nessun problema si è risolto. Avevo sperato di vedere Renzi apparire a Brindisi oggi: due ragazze ferite stanno facendo la maturità, il segnale sarebbe stato importante. Ma sono solo politici come tutti gli altri: a loro della sostanza e della vita importa poco o nulla. Si autoalimentano di show ad esclusivo proprio uso e consumo. Che delusione bruciante... di Franco Bechis