Napoli, terrore all'alba: si scontrano treni della metropolitana a Piscinola, diversi feriti

di Giuliana Covellamartedì 14 gennaio 2020
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Attimi di terrore alle primi luci dell’alba di questa mattina nella zona collinare di Napoli, dove si è verificato un incidente ferroviario tra due convogli della linea 1 della metropolitana. Un solo paziente con trauma toracico e shock emotivo presso l’azienda ospedaliera Antonio Cardarelli e cinque per i quali è stato attivato il Peimaf (piano di emergenza interno per massiccio afflusso di feriti) al CTO (Centro traumatologico ortopedico) - azienda dei Colli: questo il bilancio - poco dopo le 9.30 - dei 13 feriti nello scontro. L’incidente ferroviario, avvenuto intorno alle 7 appena fuori dalla stazione di Piscinola, ha visto coinvolti un treno che dal deposito si stava immettendo sul binario 1 e che si è scontrato con un altro che viaggiava sullo stesso binario e si apprestava a entrare in stazione. Coinvolto un terzo convoglio con molti passeggeri a bordo, che era appena partito dal binario 2 della metro di Piscinola, a cui l'urto avrebbe fatto saltare tre porte. Tra le persone che sono state trasportate in ospedale, al Cardarelli, un macchinista non ritenuto grave. Si sono aggiunti contusi, uno per un trauma lombo sacrale e un altro per contusioni agli arti inferiori che sono stati trasferiti al Cto. Ed ancora un'altra persona è stata ricoverata per trauma alla mano. Altri passeggeri sono stati medicati sul posto per escoriazioni e soccorsi per lo choc, grazie al posto medico che è stato immediatamente attivato. Per quanto riguarda le cause del violento impatto, secondo una prima ricostruzione dei fatti sembrerebbe che non sia stato rispettato il segnale di stop dal treno che, dal deposito, si stava immettendo sul binario 1 e che si è scontrato con il convoglio che stava viaggiando sullo stesso binario per entrare nella stazione di Piscinola. Sarebbe stato questo treno a impattare poi contro quello con numerosi passeggeri a bordo, partito poco prima dal binario 2 della stessa stazione. Tutte ipotesi che sono ovviamente in corso di verifica e di indagini. Questo dunque il bilancio poco dopo le 11. 15: cinque feriti, macchinista con trauma toracico e macchinista con trauma cervicale (entrambi al Cardarelli); passeggeri: 1 con problema lombo-sacrale (al CTO), 1 con sospetta frattura arto inferiore 1 (al Cardarelli) 1 con trauma alla mano (al CTO); è stato allestito nell'immediato un "posto medico avanzato" del Servizio 118 Napoli 1 Centro che ha prestato le prime cure ad altri feriti e curati sul posto feriti leggeri (in totale 12) per i quali non si è reso necessario il ricovero in Pronto Soccorso. Le operazioni di soccorso sono state coordinate da Giuseppe Galano, direttore del Servizio 118 dell’ASL Napoli 1 Centro e referente sanitario regionale per le maxi emergenze.  "In attesa di conoscere la dinamica dell'incidente di stamattina - afferma Marco Sansone del Coordinamento Regionale USB Lavoro privato - vorremmo sapere come sia possibile che la metropolitana Linea 1 di Napoli, dotata di tutti i sistemi tecnologicamente all'avanguardia per garantire la sicurezza dell'esercizio, possa essere vittima di un presunto errore umano. Secondo le procedure, infatti, anche qualora il macchinista non si fisse accorto dell'eventuale segnale di stop, il sistema di sicurezza avrebbe dovuto prevedere il fermo del treno. Come Unione Sindacale di Base - continua Sansone - denunciamo quotidianamente lo stress e le condizioni a cui sono sottoposti lavoratori ed utenti del trasporto pubblico locale a Napoli, ma riteniamo che ora sia il momento di stringerci intorno ai feriti che, a quanto pare, per fortuna, sembrano non essere in gravi condizioni. Fa male - conclude Sansone - constatare il clima di odio nei riguardi dei lavoratori dell'ANM che si sta evidenziando in queste ore sui social, persino dopo un incidente che sarebbe potuto costare vite umane. La responsabilità inequivocabile di questo è di chi, da troppo tempo, discredita e getta fango sulla categoria per distrarre l'opinione pubblica dal suo fallimento gestionale". di Giuliana Covella  Video di Antonio Sabbatino