Confermate, nella sostanza, le 15 condanne per il crac Parmalat del 2003 per la clamorosa bancarotta dell’azienda. Lo ha deciso, dopo circa quattro ore di seduta, la quinta sezione penale di Cassazione che ha ribadito, con qualche minima modifica, il verdetto dalla Corte d'Appello di Bologna del 23 aprile 2012 per il crac di 14 miliardi di euro con cui sono stati truffati 38 mila risparmiatori. Per Calisto Tanzi, ex patron dell'Azienda, la pena è stata ridotta di 5 mesi: da 17 anni e 10 mesi a 17 anni e 5 mesi. Pena ridotta di qualche mese anche per Giovanni Tanzi, Fausto Tonna, ex direttore generale della Parmalat, e Luciano Silingardi, poiché è stato dichiarato prescritto il reato di associazione a delinquere. Le riduzioni - Cinque i mesi sottratti anche per Tonna, condannato in secondo grado a 9 anni, 11 mesi e 20 giorni. Per l'ex dg, però, la Corte d’Appello di Bologna si dovrà pronunciare di nuovo "limitatamente al trattamento sanzionatorio". Per Giovanni Tanzi, che era stato condannato a 10 anni e 6 mesi la Suprema Corte ha stabilito uno sconto di pena di 4 mesi, e per Luciano Silingardi, condannato in appello a 6 anni, la pena è stata ridotta di tre mesi. Tutte le altre condanne sono state confermate. La difesa - Il professor Carlo Federico Grosso, che ha rappresentato in giudizio oltre 32mila risparmiatori, si è detto soddisfatto. "Approviamo la chiusura positiva di questa pagina processuale, che conferma pesanti condanne. Siamo riusciti a recuperare una quota di circa il 75-80 per cento del danno, ma questo non è stato coperto del tutto". Dello stesso parere è stato l’avvocato Dario Piccioni, difensore di alcune centinaia di parti civili, che si è detto felice della conferma anche se ne era certo. "Un esito processuale scontato, perché già il tribunale e la corte d’appello avevano riconosciuto meccanismi truffaldini e responsabilità gravissime"