"Ne abbiamo pieni i m...": l'Arci prende in giro i marò

di Ignazio Stagnodomenica 9 marzo 2014
"Ne abbiamo pieni i m...": l'Arci prende in giro i marò
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«Che due marò»: all’Arci, a Carnevale, ogni scherzo vale. Anche se esposti alle beffe sono i fucilieri che da due anni sono «imprigionati» in India (con un breve intermezzo italiano, a De Mistura piacendo), messi in scena quasi come uno spettacolo comico, tra le risate del pubblico. Così al circolo «Fuori orario» di Gattatico di Reggio Emilia il dramma diventa ironia. E i due ragazzi che l’altra sera si sono presentati sul palco vestiti da marinai, con cappellino e «palle» giganti ancorate al sottopancia (proprio quelle che qui trovano la loro collocazione naturale), si sono aggiudicati il premio alla maschera migliore, una sorta di «Oscar del divertimento», strappato alla vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, vicenda sulla quale si sono già alternati - senza troppi risultati - due ministri. La coppia artefice della performance ha sfilato sul palco, con sorrisi sornioni stampati in viso, entrambi nella posa del saluto militare. Appiccicata al petto la scritta che ha infastidito molti e divertito altri, appunto: «Che due marò». Quanto basta per incassare applausi e un premio alla carriera targato Arci. Ben diversi i giudizi del popolo web. A sollevare il caso è stato il quotidiano on line Qelsi, con il suo direttore Riccardo Ghezzi, che ha acceso la polemica: «Ai circoli Arci non basta beneficiare di discutibili vantaggi fiscali per lo più per propagandare idee di sinistra», «a volte si spingono oltre e decidono di scimmiottare i centri sociali», scrive. Non è un mistero, infatti, che Arci (associazione di promozione sociale) nasca in seno alla sinistra, da cui attinge gli slogan più quotati, dal multiculturalismo alla lotta al nazifascismo. Da questa esperienza uno come Nichi Vendola iniziò la sua avventura pubblica, fondando prima l’Arcigay e poi approdando nei palazzi istituzionali. Oggi Arci è presente ovunque. A chi ne sostiene (o gestisce) i circoli il sistema tributario italiano consente detrazioni d’imposta e agevolazioni fiscali. E proprio da uno di questi palcoscenici si infiamma lo sdegno. «Ragazzi che si prendono gioco di due italiani, che sono imprigionati in un paese estero, che rischiano l’ergastolo se non la pena di morte per aver contribuito al controllo delle acque internazionali e alla scorta delle flotte mercantili italiane e non... Questi sarebbero vincitori?», contesta Salvatore, uno dei tanti che hanno affidato a Facebook la propria protesta. Per l’Arci - che ieri ha dato il benvenuto al suo nuovo presidente regionale, proprio di Reggio Emilia, Federico Alessandro Amico - la vicenda non fa scandalo. I due autori della performance si difendono: «Era nostra intenzione, per chi non l’avesse capito non ironizzare sui due marò, ma su chi ha scritto, cucito e inventato notizie al riguardo, quando l’unica cosa da fare, politici in primis, era quella di lavorare in silenzio per riportarli (e giudicarli) a casa. Della serie, ci avete fatto venire due c... così!». La coppia di figuranti non si limita alle repliche, ma mostra anche una certa insofferenza: «Chi la mette sul personale non merita mezza parola. Chiacchieroni». Anche il «Fuori orario» non ne vuole sapere. L’altra sera il circolo ha diffuso una nota, via Facebook, su una bacheca tempestata di commenti indignati. Tutti bollati come giudizi «pseudo-politici». In fondo si è trattato solo di una «maschera», hanno contestato i gestori. Del resto «che l’ironia e la satira non godano di ottima salute, nel nostro paese, non è certo una novità». Non la pensano così i partiti d’opposizione. Il più agguerrito è il forzista Giuseppe Pagliani, capogruppo in Provincia, che bolla l’iniziativa come «penosa, dissacrante e mortificante». «Assistiamo allibiti al gratuito e miserando attacco alla marina e a tutti coloro che, a vario titolo, sono impegnati per la liberazione dei nostri Marò». Dal Comune il leghista Gianluca Vinci chiede le «scuse». Giacomo Giovannini, del gruppo civico «Progetto Reggio», contesta che si tratti di iniziative al di fuori degli schieramenti: «Al “Fuori orario” si fa solo politica, tanto che il circolo ha pure “sponsorizzato” alle primarie di Reggio il candidato sindaco risultato vincente, che è il loro revisore». L’atteggiamento dell’Arci - per il consigliere comunale - «è inqualificabile», come «è inqualificabile l’atteggiamento dei governi» di questi anni. Il circolo guarda e passa, mentre si prepara alla nuova serata, intitolata: «Ricomincio da coop», in programma oggi. Ma la foto dello «scandalo» è stata subito rimossa dai social network. Guai a prestarsi a «giudizi politici». Filippo Manvuller