Voglia di sole e di mare, da Formentera a Capri, dalla Sardegna alla Sicilia, fino a Pantelleria, all’insegna di leggerezza, easy&chic e vacanze con bagaglio a mano. Ma c’è chi non sa rinunciare alla valigia (pesante) e trascorre ore a scegliere cosa portare per essere alla moda. Nell’isola del peccato, come la chiamavano negli anni 60, si respira l’atmosfera di una volta, quel fascino un po’ datato, «che ogni anno mi richiama come il canto delle sirene», racconta la stilista Mariù De Sica. Chi conosce Capri sa bene che è un’isola snob: non accetta incursioni fashion, ha un suo stile, basato su eleganza, sobrietà e un pizzico di eccentricità, che conserva gelosamente. Era così fin dai primi del Novecento quando cominciava ad affollarsi di intellettuali, artisti, ricchi banchieri, industriali. Era così quando i pantaloni dei pescatori isolani a metà polpaccio furono portati al cinema indossati dalla Sabrina di Audrey Hepburn; e l’Avvocato Agnelli sfoggiava i maglioncini di cotone a girocollo, anch’essi di marinaresca memoria, accanto a una Jacqueline Kennedy (con le espadrilles), first lady risentita e molto tradita dal presidente John. Era così quando personaggi d’eleganza, come il gioiellere Chantecler, si presentavano per l’aperitivo in piazzetta con i pantaloni rossi o di altro vivace colore. Capri è rimasta la stessa, gli habitué lo sanno bene, non sono ammesse esercitazioni di stile. Le uniche stravaganze che concede sono le Pezze di Positano. Prima di imbarcarvi per l’isola, fate un salto in costiera Amalfitana troverete, in qualsiasi sartoria, questi straordinari capi dalle tinte accese ai motivi floreali, dalla garza stropicciata al leggerissimo lino o cotone. Per i famosi sandali intrecciati bisogna arrivare a Capri, piena di botteghe artigianali. Il costume? Elegante, intero, nero (Elisabetta Franchi). Molto più semplice la valigia di chi va a Formentera. Nell’isola delle Baleari tendenzialmente hippy, nonostante l’arrivo di calciatori e veline, si vive il mare giorno e notte; si arriva con bagaglio a mano, zero abiti griffati, niente tacchi, né gioielli, bastano poche cose: shorts magliette, bikini con i laccetti, tinta unita o con microfantasie, parei e infradito o maiorchine. L’unico capo modaiolo ammesso è la camicia di jeans (sull’isola non hanno mai smesso di indossarla, nel resto del mondo è appena tornata alla ribalta, anche sopra gli abiti griffati). Si può scegliere tra Twin Set, Naughty Dog e North Sails. La borsa-cesta, tipica di Formentera, si acquista al mercatino del Porto, così come il cappello. Sopra al costume si mette il pareo (Marni) e si è pronte per l’aperitivo al chiringuito. Il vestito, stile sottoveste o in seta delavè, (Kristina Ti) si indossa solo la sera per andare a cena. Chi si vuol sbizzarrire con gli abiti griffati all’ultima moda (vietato sfoggiare quelli dell’estate precedente) avrà come meta la costa Smeralda della Sardegna, qui la vacanza lussuosa è d’obbligo. Guai a presentarsi in piazzetta a Porto Cervo in costume e pareo. Il caftano impreziosito di Swarovski è il minimo indispensabile. Le più trendy si incontrano già con i top in pelle di pitone con scollo a V da 4.500 euro (Celine), su shorts di Ermanno Scervino. O con le bluse di chiffon con maniche a pipistrello e oblò sulle spalle (La Perla) da indossare sul costume intero con intarsi di rete (sempre La Perla). E con zaino o shopper di canvas dipinto (Chanel da 2600 euro). Per la sera immncabile la pochette con il cuore di Cruciani. Ai piedi sandali con le frange (Tod’s) oppure quelli con maxi fibbia colorati di Roger Vivier. Il cappello? Perfetto quello in cotone a fantasia di Dirk Bikkembergs, stessa fantasia del foulard da mettere alla Grace kelly nelle serate ventose. La Sardegna ammette ancora motivi animalier per abitini e camicie, anche se la cena in barca suggerisce il tailleur bianco: blazer con revers a contrasto (1530 euro) e pantaloni maschili (1045 euro) di Michael Kors con costume a vista Gucci. In alternativa il blazer doppiopetto e pantaloni in cotone Oxford sempre Kors. Cosa portare in Sicilia? Basta saccheggiare il guardaroba di Dolce&Gabbana che si ispira spesso e volentieri alla terra di uno dei due stilisti (Domenico). Perfetti gli abiti e le gonne a trapezio con grafiche di colonne ioniche e monete con profili presi a prestito dalla “grecità”; zeppe che rievocano i calzari degli attori di un teatro greco-romano. Mise con fioriture primaverili, petali di mandorlo che spiccano sulla seta come glassata da una pellicola lucida. E abiti a pois. Ai piedi sandali preziosi, bassi, come quelli di René Caovilla. Un bel paio di orecchini (Stroili) etnici e lavorati o classici per illuminare il caftano da indossare per la spiaggia. Costume? Il romantico latino di Los Trapitos al Sol, disegnato da Carolina Sanchez che mescola tinte sudamericane a tagli adolescenziali. Chi si spinge fino a Pantelleria può orientarsi tra abiti di cotone dall’orlo tagliato al vivo (Dondup), parka, sneakers di tela (Converse), maxi pull in maglia Les Copains, da indossare su sottoveste di cotone con bordi di pizzo Twin-Set e zainetto (Pquadro) portato sempre a spalla. Costume: bikini con i laccetti (Calzedonia) a righe o a fiorellini di Nice Things. Occhiali da sole: piccoli e tondi di Kenzo. E rosari tibetani. di Daniela Mastromattei