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Istat, italiani sempre più depressi

di Lucia Esposito domenica 13 luglio 2014

2' di lettura

È una popolazione che invecchia, quella italiana, in cui le patologie croniche si diffondono sempre di più (nel 2013, infatti, circa una persona su due, il 46,9%, ha indicato almeno una malattia cronica in una lista di 23 patologie), con una diminuzione (dal 2005 ad oggi) delle malattie respiratorie e croniche ma un aumento dei tumori maligni, dell’alzheimer e delle demenze senili. Ma il nostro è anche un Paese nel quale lo stato di salute mentale è peggiorato negli ultimi nove anni, con una crescente diffusione della depressione (riguarda infatti circa 2,6 milioni di individui) soprattutto per impatto della crisi. Obesità e fumo - A scattare la fotografia dello stato di salute della popolazione italiana e del ricorso dei cittadini ai servizi sanitari è l’Istat, nell’indagine "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari", condotta tra il 2012 e il 2013 e presentata questa mattina presso il ministero della Salute. Diminuiscono i forti fumatori, ma aumenta la percentuale di adolescenti e giovani donne che iniziano a fumare prima dei 14 anni, passando da 7,6% a 10,5%. È obeso l’11,2% degli adulti, quota in aumento sia rispetto al 2000 (erano il 9,5%), che al 2005 (10%). Nel 2013 solo il 20,6% della popolazione dai 5 anni in su pratica un’attività fisica ritenuta protettiva per la salute secondo la definizione dell’Oms: il 25,9% tra gli uomini ed il 15,6% tra le donne. La prevenzione e le visite -  Dall’indagine dell’Istat emerge anche migliora la prevenzione dei tumori, come quelli femminili per i quali le donne che si sono sottoposte a mammografia sono passate dal 43,7% del 2005 al 54,5% del 022013 mentre il 73,6% ha effettuato un pap test, con un netto aumento rispetto al 2005 (+9%). Per quanto riguarda il ricorso ai servizi sanitari, sono aumentate le persone che hanno fatto ricorso a visite mediche specialistiche, (11,9% nel 2005 e 14,8% nel 2013), escluse quelle odontoiatriche che hanno subito un calo del 30%. Si dimezza il ricorso alle terapie non convenzionali rispetto al 2000, da 15,8% a 8,2%, come anche quello ai rimedi omeopatici scende dal 7% al 4,1% tra il 2005 e il 2013.  Tra le patologie croniche più diffuse nella popolazione italiana, si registrano l’ipertensione arteriosa (17,1%), l’artrosi/artrite (16,2%), le malattie allergiche (13,7%), la cefalea/emicrania ricorrente (10,8%). Ad eccezione delle malattie allergiche, più diffuse tra bambini e giovani, la maggior parte delle patologie, soprattutto quelle molto severe, presentano prevalenze che aumentano con l’età. Di conseguenza, nella popolazione anziana (65 anni e più), circa una persona su due soffre di artrosi/artrite o ipertensione (rispettivamente 49,4% e 48,4%), il 24,2% di osteoporosi e il 17,6% di diabete; il 13% delle persone anziane dichiara di soffrire di depressione o ansietà cronica. 

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