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Apre lo sportello dei divorzi: così per dirsi addio bastano 16 euro

di Lucia Esposito domenica 4 gennaio 2015

3' di lettura

Dirsi addio, dopo anni di amore, diventa low cost. Almeno in terra orobica. Da ieri il Comune di Bergamo ha predisposto un apposito ufficio per separarsi dal consorte dove bastano 16 euro e nessun avvocato. Merito della legge varata dal Governo a fine anno e diventata operativa l’11 dicembre. Così, mentre il capoluogo orobico si è adattato, tra settembre e ottobre a Legnano, nel Milanese, Varese e Pavia una decina di coppie hanno avviato le pratiche per il divorzio breve” senza però passare per il Comune. A Bergamo, invece, ora è possibile cominciare la pratica di divorzio direttamente in municipio e al costo di una semplice marca da bollo. Effetto della legge 162 dello scorso 10 novembre, pubblicata in Gazzetta ufficiale, e che riguarda la conversione in legge del decreto legge 132/2014. Una rivoluzione che ha spinto altri comuni lombardi come Solbiate Arno e Motta Visconti, ad esempio, a prevedere in delibera l’apertura di un ufficio ad hoc per i divorzi low cost. Opportunità divenuta concreta fin dai primi giorni del nuovo anno nel Palazzo Uffici del Comune di Bergamo, dove è stato istituito un apposito sportello per le procedure di separazione e di divorzio. «Lo sportello per le separazioni e i divorzi - ha spiegato l’assessore all’innovazione e ai servizi anagrafici Giacomo Angeloni - risponde alle nuove disposizioni di legge sulla semplificazione in materia di processi civili: già nei primi giorni del 2015 sarà possibile prenotare appuntamenti per essere ricevuti dall’Ufficiale di Stato Civile del Comune, consentendo un notevole snellimento burocratico per avviare una procedura di separazione o di divorzio nei casi previsti dalla norma». La modalità semplificata è a disposizione dei coniugi solo quando non vi siano figli minori o portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti, e a condizione che l’accordo non contenga patti di trasferimento patrimoniale. Punto che ha fatto storcere il naso al consigliere regionale Antonio Saggese del gruppo “Maroni Presidente” e vice presidente dell’Associazione Papà Separati Lombardia. «Escludere dalla riforma i coniugi con figli minori - ha sostenuto Saggese - conferma che il Governo, per l’ennesima volta, non è in grado di adottare provvedimenti che siano davvero in grado di rispondere alle esigenze di questo Paese e dei suoi cittadini». Per legge entrambi i coniugi devono presentarsi con un documento di identità valido, nel giorno prestabilito, all’ufficio matrimoni per rendere le dichiarazioni prescritte e per sottoscrivere il conseguente accordo. «Non prima di 30 giorni dalla sottoscrizione dell’accordo, nel giorno concordato con l’ufficio matrimoni - hanno ribadito dal Comune di Bergamo -, i coniugi devono presentarsi per rendere all'ufficiale di stato civile un'ulteriore dichiarazione che confermi la validità dell’accordo». Del resto secondo i dati Istat fedeltà e amore eterno sono in via di estinzione, soprattutto in Lombardia. Per rendersene conto basta dare un’occhiata gli ultimi dati che collocano sul podio delle province con il maggior numero di separazioni e divorzi nell’ordine Lodi, Monza e Brianza e Pavia. In Lombardia le famiglie separate o divorziate sono 1.100.000 di cui il 60% con figli. Nel 2011, secondo la rilevazio del maggio 2013, il numero di separazioni e divorzi con figli è stato pari a 16.624. Numeri destinati a crescere con i divorzi low cost. Giuseppe Spatola

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