Nel toto-nomi per la scelta del prossimo candidato sindaco di Milano per il centrodestra c’è anche quello di Adriano Galliani. Proprio lui l’amministratore delegato del Milan che dopo 27 anni di trionfi in rossonero lascerà la società a fine stagione per quello che, forse in maniera un po’ troppo brusca, è stato chiamato «naturale ricambio generazionale». Proprio questo suo disimpegno dal mondo del calcio potrebbe aprire a Galliani le porte del mondo della politica. Berlusconiano di ferro, nella sua lunga carriera, però, non ha esitato a prendere anche posizioni forti in contrapposizione al Cav. Situazione che potrebbe valergli la simpatia anche di altri partiti alleati nel centrodestra. «È una persona straordinaria. Ha capacità e professionalità. È un grande leader, un trascinatore, che anche in politica ha tutte le carte in regola per essere un vincente» si sbilancia il capogruppo a Palazzo Marino Alan Rizzi. «Certo, bisogna capire se lui è disposto ad accettare la candidatura. L’ho conosciuto quando ero assessore nella giunta Moratti - prosegue Rizzi - ho trattato con lui la riqualificazione di San Siro e penso che sia la classica persona che può dedicarsi a tutto con successo». Meno convinto di Rizzi è il collega in Consiglio Pietro Tatarella: «Sicuramente è una persona di valore e la gestione del Milan, nei fatti equiparabile a quella di una grande azienda, è una garanzia». Tatarella però non è ottimista su una sua eventuale candidatura: «Non mi entusiasma perché la prossima sarà una campagna durussima da giocare sui contenuti e non solo sul nome spendibile. E francamente non so se Galliani sia pronto ad affrontare tutto questo». C’è un ultimo dubbio, poi, che gira in testa al giovane consigliere comunale: «Non so se i milanesi interisti siano entusiasti di votarlo». Fanta politica o verità, difficilmente i protagonisti della prossima campagna elettorale si sbottoneranno a oltre due anni dall’appuntamento elettorale. Poi è chiaro che la macchina politica del centrodestra è già in movimento verso quella che la stessa Gelimini, fresca coordinatrice lombarda, ha definito come «l’inizio della riscossa del centrodestra». In verità qualche nome più certo di quello di Galliani c’è già. Uno è quello di Maurizio Lupi che il Nuovo centrodestra vorrebbe schierare in caso di primarie o perché no, nel caso in cui si riuscisse a trovare una quadra con i cugini di Forza Italia che fin qui sul nome del ministro si sono dimostrati freddini. Poi c’è quello del leader della Lega Matteo Salvini. La sua candidatura alle primarie l’ha confermata lui per primo, tempo fa. E ieri anche il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marino ha ribadito il concetto: «Noi il nome del prossimo sindaco di Milano ce l’abbiamo già: Matteo Salvini. Galliani? Pur di non vedere più Pisapia sindaco andrebbe bene anche Don Camillo... e pure Galliani». Ancora Morelli: «Scherzi a parte a noi interessa una figura che sappia difendere Milano dalle continue imboscate che arrivano da Roma e sinceramente non so se Galliani sia il profilo giusto per farlo. Ad ogni modo, per quanto ci riguarda, resta prioritaria l’organizzazione delle primarie, in modo che possano essere i milanesi di centrodestra a scegliere il loro candidato sindaco. Quello - conclude il leghista - che dovrà essere capace di chiudere la triste parentesi arancione in città. Se poi sarà Galliani, nessun problema».ù di Fabio Rubini