Il processo Thyssen è da rifareLa rabbia dei parenti delle vittime

di Nicoletta Orlandi Postidomenica 27 aprile 2014
Il processo Thyssen è da rifareLa rabbia dei parenti delle vittime
2' di lettura

La Cassazione ha deciso che alcune delle pene nel processo per la morte di sette operai della Thyssen sono da rivedere e che il processo d’appello è da rifare. In giornata i parenti dei morti all’acciaieria Thyssenkrupp di Torino, bruciati nel rogo scoppiato la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, si erano radunati davanti alla sede della Cassazione con degli striscioni per chiedere giustizia per la tragica morte dei loro cari. I giudici delle sezioni unite penali della Cassazione si sono riuniti in Camera di Consiglio ieri sera intorno alle 19, dopo la requisitoria del pg Carlo Destro e gli interventi dei 12 legali che rappresentano gli imputati nel processo. Il pg Destro, per il quale non è ravvisabile il reato di «omicidio volontario con dolo eventuale», ma quello di «omicidio colposo», aveva sollecitato il rigetto dei ricorsi presentati dalla procura di Torino e dagli imputati contro la sentenza con cui la corte d’Assise d’appello condannò sei alti dirigenti dell’azienda, diminuendo però le condanne inflitte in primo grado. I parenti delle vittime però non ci stanno. Hanno sfogato la loro rabbia, gridando e piangendo, alcuni familiari delle vittime del rogo della Thyssenkrupp, dopo aver assistito alla lettura del verdetto della Cassazione che ha disposto un nuovo processo d’appello-bis a Torino per rideterminare le pene a carico degli imputati. «Sono codardi - ha urlato una signora, madre di uno degli operai morti, di fronte all’aula magna della Suprema Corte - non hanno avuto il coraggio di emettere una sentenza, dire qual è la verità». Il dispositivo letto dal primo presidente, Giorgio Santacroce, infatti, è stato di difficile comprensione sia per i legali presenti sia per i parenti delle vittime.