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Uccide il marito e lo getta nel Tevere: "Assolta per legittima difesa"

di Valentina Princic domenica 27 aprile 2014

2' di lettura

"Assolta per legittima difesa". Questa la sentenza di oggi, martedì 22 aprile, che ha scagionato Luciana Cristallo. La donna per difendersi dopo una lite avvenuta nel 2004 aveva ucciso con dodici coltellate l'ex marito, Domenico Bruno, che la stava strangolando. La Corte d'Assise d'Appello di Roma non ha avuto dubbi, confermando l'innocenza, nonostante la richiesta di ergastolo da parte della Procura. "Fu legittima difesa". La legittima difesa - "Spero che sia davvero finita", ha dichiarato la Cristallo appena uscita dal tribunale di Roma, tra gli abbracci dei quattro figli. Un incubo che dura da dieci anni e che fino adesso non ha mai smesso di tormentare la donna. Era il 27 gennaio 2004 e Luciana ricorda bene le dodici coltellate, tra cui quella fatale al cuore, che portò alla morte il marito Domenico: "Mi stava strangolando, non sapevo cosa fare", aveva raccontato la donna. E ora i giudici hanno confermare l'assoluzione "per legittima difesa", ribadendo l'innocenza già pronunciata per il compagno della Cristallo, Fabrizio Rubini. Entrambi erano stati accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e occultamento di cadavere. Infatti - dopo l'omicidio - i due avevano gettato il corpo della vittima nel Tevere. Le parole del legale - Il cadavere era stato rinvenuto, avvolto in un tappeto, sulla spiaggia di Ostia solo un mese dopo. Dopo le numerose denunce di violenza domestica, la donna aveva deciso di chiedere la separazione dal marito che avrebbe risposto con l'ennesima lite sfociata nel suo tentativo di strangolare la compagna di una vita. "E' importante che la signora Cristallo sia stata assolta dall'accusa di omicidio premeditato ma non c'è da suonare la grancassa - ha affermato l'avvocato Giovanni Sabbatelli, difensore della donna -. Spero finisca qui e che nessuno ricorra in Cassazione: perché qui non c'è un vincitore. C'è un uomo che è morto, una famiglia dilaniata dal dolore e quattro figli che hanno sofferto seguendo le vicende della madre. I figli amavano il padre anche se quanto accadeva con la madre non era da loro condiviso", ha concluso il legale della Cristallo. La madre della vittima: "Accetto la sentenza" - Intanto Santina Marinaro, madre di Bruno, ha detto la sua tramite l'avvocato Nunzio Raimondi, legale di parte civile: "Avevo riposto molta fiducia nell'appello, che credevo, come del resto il Pm, fondato, ma la Corte è stata di tutt'altra opinione. Bisogna prenderne atto e rispettare le sentenze, anche quando non sembrano giuste". di Valentina Princic

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