Parolisi, nei guai anche per gli abusi sulle soldatesse

Il caporalmaggiore condannato a 30 anni per l'omicidio della moglie finisce nelle indagini sulle violenze in caserma
di Lucia Espositodomenica 5 gennaio 2014
Parolisi, nei guai anche per gli abusi sulle soldatesse
2' di lettura

Nuovi guai per Salvatore Parolisi. Secondo la Procura militare di Roma, il caporal maggiore condannato a 30 anni per l'omicidio della moglie Melania Rea, ha commesso un altro reato. Violata consegna aggravata e continuata perché avrebbe trasgredito agli obblighi disciplinari che impediscono a un sergente di giornata di incontrare le allieve, soprattutto dopo il suono del silenzio, quando il militare "deve accertarsi che tutte le porte dei locali siano chiuse e durante l'arco del servizio vigila sul contegno dei militari in reparto".  Caserma boccaccesca  Queste le conslusioni a cui è giunto il pm Antonella Masala dopo aver indagato su alcuni fatti emersi dagli atti dell'omicidio di Melania Rea. La notizia è riportata dal Corriere della Sera. Parolisi ed altri caporali avrebbero quindi infranto le regole della disciplina e del rigore di caserma. Dagli atti emerge uno spaccato a dir poco licenzioso. Tra le carte c'è il racconto della soldatessa Enza: "Un giorno il caporal maggiore mi ha chiamato chiedendomi cosa gli potevo dare per sapere la mia destinazione. Dissi "nulla", aspetto altri due giorni". Ma secondo il racconto della ragazza il militare le avrebbe risposto: "Devi offrire te stessa a me e poi agli altri istruttori. Mi devi dire se sei vergine o meno perché se lo sei devo prendere delle precauzioni, se non lo sei devo prenderne altre tipo frustini".  Scrive la procura: "Il caporal maggiore dopo il contrappello riceveva alcune allieve con cui si intratteneva per bere e scambiarsi effusioni...G. M.  dopo la mezzanotte contattava via sms l'allieva Simona intitandola a raggiungerlo in ufficio per un chiacchierare e avere un rapporto sessuale..". Insomma nella caserma di Ascoli accadevano cose non prorpio in linea con l'ordine militare. In tutto gli indagati sono dodici. Nell'inchiesta c'è anche un capitolo "violenza contro inferiori, minacce e ingiurie", dove un caporalmaggiore, G.M.  aveva adottato un suo personale sistema di addestramento. Parolacce, offese, parole sconce...