Il boss erudito scrive i pizzini alla madre in fenicio. L'ha scoperto la Procura di Palermo con una perquisizione a sorpresa nella cella di Alberto Lorusso, affiliato della Sacra Corona Unita oggi detenuto nel carcere romano di Rebibbia, e che in passato è stato ospite del casa circondariale Opera di Palermo. Qui il Dap lo ha nominato "compagno di socialità" del capo dei capi Totò Riina, dal quale avrebbe raccolto confidenze e direttive da veicolare fuori dal carcere, e per questo ora Nino Di Matteo, pm del processo sulla trattativa Stato-mafia, è interessato a capire cosa scriva in maniera crittografata Lorusso ai parenti. Ancora da decifrare - Sono solo quattro le parole che gli inquirenti hanno riconosciuto nel messaggio: Bagarella (come il killer di mafia), Provenzano (come il braccio destro di Riina), attentato e papello. Il resto della lettera, riporta il Fatto Quotidiano, è ancora da decifrare. Interrogato a Rebibbia dai magistrati palermitani, Lorusso avrebbe dato risposte incoerenti. E' ora indagato per false dichiarazioni a pm.