Tra 9 e l’11 dicembre scorsi, quando i Forcini erano scesi in piazza ad Andria mettendo in scena i cosidetti "blocchi" alcuni commercianti furono costretti a chiudere per le minacce ricevute da persone che manifestavano. Oggi la polizia ha ha eseguito 25 di ordinanze di custodia cautelare, agli arresti domiciliari e per l’obbligo di dimora, tra Andria e Barletta, a carico dei presunti responsabili di intimidazioni e atti di violenza. ome si era già sospettato, alcuni erano pregiudicati o persone già note alle forze dell'ordine. Le misure cautelari sono state disposte dal gip del tribunale di Trani, Francesco Messina, su richiesta del pm Luigi Scimè. Ad alcuni degli indagati vengono contestati i reati di violenza privata, minacce e resistenza. L'inchiesta - "Chiudete o qui finisce male". Così alcune persone, il 9 dicembre scorso, convinsero i commercianti dell’Ipercoop di Andria ad abbassare le saracinesche, contro la loro volontà. E per questo, oggi, alcune di loro sono state raggiunte da provvedimenti cautelari. In sette sono finite ai domiciliari, in dieci sono state sottoposte all’obbligo di dimora ad Andria ed altre otto persone sono state raggiunte dallo stesso provvedimento a Barletta, per aver bloccato gli automobilisti che cercavano di entrare in città lo scorso 11 dicembre. Uno degli arrestati deve rispondere anche delle minacce (in concorso con altre persone ancora da identificare) fatte contro i commercianti di viale Istria per convicerli a chiudere, e di aver opposto resistenza agli agenti del commissariato di Andria. Il coordinamento del 9 dicembre doveva essere il luogo per estrinsecare "l'attuale, diffuso disagio sociale che origina dalle note difficoltà economiche con le quali devono confrontarsi ampi strati delle comunità". Ma la vicenda è diventata, alla fine "l'occasione per l’imporsi sulla scena mediatica da parte di soggetti riconducibili ad ambienti politici estremisti, oppure a quelli rappresentati da alcune tifoserie di squadre di calcio (riconducibili ai cosiddetti "ultras") oppure, ancora, a quelli più specificatamente delinquenziali". Così il gip Francesco Messina scrive in una delle ordinanze di custodia cautalere, per il quale "sfruttando la visibilità mediatica" del Movimento 9 dicembre "alcuni soggetti sembrano aver individuato un loro spazio di azione nelle comunità locali per finalità in parte ancora oscure ma che, nella loro dimensione più concreta, si sono dimostrate contrastanti con i principi costituzionali della libertà di autodeterminazione delle persone".