Tutti a dire peste e corna delle slot machine nei bar. E poi il barista che sceglie di non metterle nel suo locale preferendogli il vecchio, sano calcio balilla, si trova a dover pagare una multa di 1.400 euro per una licenza "fantasma". La storia, raccontata dal Corriere della Sera, è quella di Stefano Ceolin, 44enne proprietario del bar-ristorante "Il palco" di Mestre. Nel marzo 2011 decide di mettere nel locale un calcio balilla, "per svagarmi un po' quando non cucino o non sto al bancone eper far divertire i clienti". Gratis, cioè a pallina libera e senza bisogno di mettere soldi per fare una partita. Ceolin, però, è uno scrupoloso e va comunque all'Uffico del Commercio comunale per verificare di non aver bisogno di permessi. Già, perchè per chi non lo sapesse, il calcetto su sui generazioni di italiani si sono slogati i polsi è considerato dalla burocrazia italiana un gioco d'azzardo, al pari delle famigerate slot machine (cosa non farebbe lo Stato per incassare più soldi). Ma lì gli dicono che se il calcetto era a "palline libere", non avrebbe avuto bisogno di alcun permesso. Accade però che un anno dopo i vigili capitino nel bar e contestino a ceolin la mancata licenza. Lui presenta ricorso al prefetto, che a dicembre gli risponde respingendolo. Motivo: "Per non aver addotto ragioni sufficienti" e "con la maggiorazione della multa". Fanno 1.400 euro. Tra parentesi: il 5 aprile prossimo, ceolin verrà premiato dal movimento "Slotmob", che lotta contro le dipendenze da videopoker. In Italia, la società è più "civile" dello Stato.