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Scafandri, filtri, docce disinfettanti, porte blindate: ecco come funziona il bunker anti Ebola di Milano

di Eliana Giusto domenica 26 ottobre 2014

2' di lettura

Sembra un sottomarino ma è il reparto anti Ebola dell'ospedale Sacco di Milano. Camere depresurizzate, filtri di ogni genere, badge per aprire e chiudere le porte blindate, tute a tenuta stagna: tutto è pronto per il paziente zero.  Quindici posti letto possono trasformarsi in pochi secondi in un vero e proprio bunker quando arriverà il super malato, scrive il Corriere della Sera. Al Sacco medici e infermieri sono addestrati perfettamente a fronteggiare l'emergenza: sanno come vestirsi e svestirsi, come armeggiare le provette di sangue, come eliminare i materiali contaminati. A dirigerli c'è Giuliano Rizzardini, infettivologo con lunga esperienza in Africa. Con lui la caposala Cecilia Paoli e Laura Cordier, infettivolaga che ha già recuperato un sospetto malato a Torino e trasportato su un aereo militare allo Spallanzani di Roma. Tute e scafandri - Le tute si usano nel reparto con pazienti che non hanno ancora gravi sintomi. Gli scafandri invece servono per avvicinarsi ai malati gravi ovvero quelli più infettivi, che immettono il virus attraverso il sangue e altri liquidi corporei. I tessuti sono impermeabili ai liquidi e all'aria. Ogni tuta va buttata dopo che è stata usata, lo scafandro solo se contaminato. Poi tutto finisce nell'inceneritore.  Reparto "mobile" - L'ambulanza anti Ebola è un camper di tre vani: uno serve per il paziente trasportato in una barella isolata e per il personale che indossa lo scafandro, un altro serve per il personale di supporto e per il materiale, uno è riservato alla guida. L'ambulanza speciale entra in un ingresso unico. Nella barella c'è una sorta di oblò che serve a spostare il malato in un'altra barella oppure nella stanza di degenza. In sostanza si agganciano gli oblò di due barelle, si aprono e si sposta il paziente da un contenitore all'altro.   In corsia - Quando l'ambulanza arriva passa in due anticamere: una per la barella dove gli accompagnatori indossano lo scafandro e una per la vestizione. Poi c'è un corridoio e la stanza, ognuna per un solo malato. Due corridoi con vetrata servono per controllare i malati senza entrare. Gli accessi si aprono in sequenza e l'aria è filtrata. Quando il personale conclude le operazione deve fare prima una doccia disinfettante con indosso lo scafandro. Poi esce si sveste e tutto finisce nell'inceneritore, filtri dell'aria compresi. 

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