Scambio di embrioni, cosa dice la legge sull'affidamento dei due gemelli

di Serena Cirinidomenica 20 aprile 2014
Scambio di embrioni, cosa dice la legge sull'affidamento dei due gemelli
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"Avvocato, cosa posso fare adesso?". Anna, il nome è di fantasia, lo chiede ripetutamente al suo legale. Da qualche settimana, ha scoperto di portare in grembo due gemelli con un patrimonio genetico diverso dal suo e da quello del marito. Il 4 dicembre del 2013, si era sottoposta alla pratica di fecondazione assistita presso il centro Pma dell'ospedale Pertini di Roma. Ma qualcosa, quella mattina, deve essere andato storto: gli embrioni che le sono stati impiantati sono figli biologici di un'altra coppia.  Chi delle due è la madre? - La vicenda, oltre che sul piano umano, si annuncia controversa anche dal punto di vista legale. L'avvocato Lorenzo D'Avack, vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica, sulle pagine del quotidiano Repubblica, spiega cosa preveda la legge in un tale caso. "Non ci sono dubbi, è madre la donna che partorisce". I genitori biologici dei due gemelli, quindi, non possono avanzare alcuna pretesa sull'affidamento dei nascituri. "Anche se la signora incinta fosse d'accordo, non c'è nulla da fare. I piccoli non sono dei pacchi che si possono scambiare così. Ricorsi legali o altro sono inutili per riavere i gemelli".  "Sono costretti a riconoscerli" - Anna e il marito, peraltro, anche volendo, non potrebbero rifiutarsi di riconoscerli: un'alternativa che, invece, è sempre aperta per chi dà alla luce un figlio senza ricorrere alla fecondazione assistita. "Se resti incinta naturalmente puoi chiedere di non essere nominata e abbandonare il bambino, ma sei fai la fecondazione assistita la legge 40 ti impegna e obbliga a riconoscerlo", precisa D'Avack.  In ogni caso, la futura madre, tramite il suo legale Michele Ambrosini, ha fatto sapere di essere pronta a crescere i due neonati: "Quando ho saputo che cosa era successo, ho avuto un momento di umano rigetto. Questi bambini, però, sono cresciuti dentro di me, li ho sentiti battere sul mio cuore. Crescono e sono sani".  La questione del risarcimento - In queste ore, gli ispettori inviati dal ministro della Salute Lorenzin sono al Pertini per verificare cosa sia accaduto in reparto quella mattina di dicembre. Una volta accertate le circostanze dell'accaduto, per i quattro sfortunati protagonisti della vicenda, sarà probabilmente il tempo di esigere un risarcimento dalla struttura sanitaria. Secondo le prime stime, la cifra potrebbe ammontare a 1,5 milioni di euro per coppia. Anna, come riferisce il suo avvocato, ha perso diversi chili in poche settimane in seguito allo choc. L'altra donna, d'altra parte, vive una situazione per certi versi ancor più drammatica. A poche settimane dalla pratica di fecondazione assistita, infatti, ha subito un aborto spontaneo e ora non può che chiedersi come sarebbero andate le cose se se le fossero stati impiantati i suoi due embrioni.