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Scontri a San Nicola di Roma, i residenti anti-profughi contro gli arresti di Casapound

di Giovanni Ruggiero domenica 1 novembre 2015

2' di lettura

"Le istituzioni hanno disertato". Non usano mezze misure i cittadini di Casale San Nicola, a Roma. Accusano di tradimento il loro Paese. Cioè lo Stato che si prepara a concedere asilo politico ad Abdel Majid Touil, il 22enne marocchino accusato dalla Tunisia di coinvolgimento nella strage islamica del museo del Bardo. Per lui la giustizia ha funzionato: salvato da un'estradizione che avrebbe potuto causargli una condanna a morte, poi trasferito in un Cie, quindi liberato e messo in condizione di richiedere la protezione internazionale anche se giunto qui da clandestino e già destinatario di un provvedimento di espulsione. Per Touil, dunque, le garanzie ci sono state. Per gli abitanti di Casale San Nicola no. Questa estate hanno manifestato: non volevano che nel loro quartiere fossero trasferiti altri immigrati. Hanno organizzato un comitato, hanno protestato. Ma la prefettura romana ha deciso di usare la forza: gli stranieri a Casale ci dovevano entrare, a costo di far intervenire la polizia. È finita che gli agenti sono intervenuti e, secondo quanto scrive la popolazione romana nel comunicato, ci sono state “azioni violente ed ingiustificate contro cittadini disarmati, impegnati in una pacifica manifestazione di dissenso”. E sugli arresti il comitato dei residenti puntualizza: “Abbiamo saputo delle misure che hanno colpito alcuni ragazzi di CasaPound, presenti fin dal primo giorno di presidio e per oltre novanta giorni a fianco della cittadinanza. Una tempistica sospetta che sembra tesa a giustificare la vergognosa gestione della pubblica sicurezza”. Gli abitanti di Casale San Nicola esprimono quindi la più totale vicinanza “nei confronti di chi ha camminato con noi laddove le istituzioni si sono dimostrate disertrici”. Il leader di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, ringrazia e rilancia in un comunicato: “Con le loro semplici parole, i cittadini di San Nicola hanno smontato la tesi del pm, passivamente fatta propria dal gip, che i militanti di CasaPound fossero a Casale di loro iniziativa e per strumentalizzare la legittima protesta dei residenti. Niente di tutto questo è vero”. La battaglia, ora, prosegue nelle aule di giustizia. Alfredo Barba

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