Una possibile e forse decisiva svolta nel giallo di Garlasco. "Erano estremamente basse le possibilità che Alberto Stasi non si sporcasse le scarpe con il sangue della vittima, cosparso nella villetta, teatro del delitto di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco". Questo, stando alle prime indiscrezioni, è quanto emerso dall'incontro in corso all'Università di Bologna tra i periti della Corte d'Appello di Milano e i consulenti di accusa, difesa e parte civile, impegnati nell'attesissimo esperimento virtuale sulla camminata dell'ex studente della Bocconi. Una conclusione, quella dei periti, che aggrava la posizione di Stasi e che conferma le tesi di accusa e parte civile: è impossibile che sulle suole delle scarpe indossate quel giorno da Alberto, e da lui consegnate agli inquirenti la mattina successiva al delitto, non sia rimasta neppure una traccia ematica. Capelli e unghie - Durante il confronto tra gli esperti - che si è tenuto al dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell'ateneo di Bologna - è stata riprodotta la camminata di Stasi, imputato per la morte di Chiara Poggi. Il confronto è avvenuto nella tarda mattinata, ed è stato preliminare al deposito delle nuove perizie disposte dai giudici. Obiettivo dell'esperimento, appunto, era accertare se fosse possibile che su quelle suole non fossero rimaste tracce. E, secondo gli esperti, non era possibile. Inoltre, altre indiscrezioni, confermano quanto trapelato negli ultimi giorni. Nel dettaglio, il capello trovato nella mano sinistra della vittima, non consentirebbe di avere informazioni sul presunto assassino della 26enne, mentre il cromosoma Y trovato su due delle unghie di Chiara non risulterebbe riconducibile con certezza ad Alberto. Dal codice genetico sarebbe stato possibile rintracciare solo cinque marcatori compatibili con Stasi; i marcatori in totali sono 17, ma per una validità in termini processuali ne servirebbero almeno la metà più uno. La simulazione - I risultati della perizia sulla camminata svolta oggi, lunedì 22 settembre, erano molto attesi. L'esperimento era già stato effettuato in primo grado ma non aveva tenuto conto di alcuni particolari, ed è stato ripetuto al pc dopo che lo scorso giugno con il laser scanner furono per la prima volta misurati gli interni della villetta di via Pascoli dove la Poggi fu assassinata. Gli interni sono stati riprodotti in tre dimensioni, e dopo aver inserito a computer le foto delle macchie di sangue sul pavimento (scattate dopo l'omicidio) sono stati simulati i possibili percorsi di Stasi, tenendo conto degli ingombri, degli stipiti e di quant'altro avrebbe incontrato sul suo cammino. I risultati della sperimentazioni sono poi stati incrociati con quelli degli esami medico-legali. Pallini e fotografie - A complicare ulteriormente la posizione di Stasi c'è quanto era stato individuato dal pg. A seguito degli approfondimenti istruttori delegati ai carabinieri di Vigevano e alla Guardia di Finanza di Milano, il pg avrebbe individuato la marca, il numero 42 come quello di Stasi e il modello di calzatura (con la suola a pallini) delle scarpe che avevano lasciato impronte sulla scena del delitto. Calzature che sarebbero compatibili con quelle di Alberto, che però non presentavano tracce di sangue. Inoltre gli inquirenti avrebbero proceduto al confronto tra le scarpe calzate dall'ex bocconiano e quelle che apparivano in alcune foto finite al pg, tra le quali ce ne sarebbe una su cui gli investigatori hanno concentrato l'attenzione poiché, stando alle indiscrezioni, lo ritrarrebbero con un modello del tipo di scarpa identificato.