L’aneddotica in materia è varia e pruriginosa. La starlette passa il bagaglio a mano sotto lo scanner aeroportuale ed ecco che lo strumento appare in bella vista a raggi X. Una valigia sballottata sul nastro trasportatore prende a ondeggiare ritmicamente e tosto accorre l’insospettabile (anzi, sospettabilissima) dama con le guance arrossate: «Si dev’essere acceso il rasoio per la depilazione...». Stavolta, invece, per scovare il giocattolino si è dovuto frugare nelle tasche dei consiglieri provinciali di Bolzano. Secondo quanto ha riportato il Corriere dell’Alto Adige, la Guardia di Finanza - indagando sulle rendicontazioni dei gruppi consiliari della Provincia di Bolzano - avrebbe scovato uno scontrino di 64,92 euro per l’acquisto di un vibratore e di altri due sex toys. A presentarlo sarebbe stato il gruppo dei Freiheitlichen, il partito autonomista germanofono che alle elezioni 2013 ha ottenuto il 17,9% dei voti. Dunque qualcuno si sarebbe procurato il sollazzo a batterie mettendolo in conto ai contribuenti. I quali è vero che talvolta avrebbero piacere di metterlo in quel posto alla Casta, ma forse non in modo così letterale. Insomma, se pensavate che con le mutande verdi del governatore piemontese Roberto Cota rimborsate dai cittadini si fosse toccato il fondo, vi sbagliavate. Qui si va oltre, decisamente sotto le mutande. Il fatto è che l’eco del sex toy da un paio di giorni risuona per le valli del Südtirol, accendendo bollenti polemiche. È ufficialmente partita la caccia al vibratore maledetto, tra mezze ammissioni, smentite e pettegolezzi. Sulle prime, infatti, i Freiheitlichen hanno confermato. La leader del partito Ulli Mair ha dichiarato al portale Goinfo che «quel materiale era per fare uno scherzo di compleanno ad un collega». Sapete, ha detto, «lui è una persona avvezza alla burla, così abbiamo pensato di fargli un regalo decisamente un po’ spinto, tutto qua». Già, la politica è un duro mestiere: ci sta che il consigliere trovi qualche momento di relax grazie ai compagni di schieramento. Il tipo in questione, fra l’altro, dev’essere particolarmente stressato, visto che non gli hanno comprato un giocattolo, ma tre. Piccolo inconveniente: va bene lo scherzo, va bene la soddisfazione sessuale, ma almeno i conti se li intesti chi gode delle Good Vibrations, quelle celebrate dai Beach Boys. Anche perché i cari amici dell’Alto Adige, in quanto beneficiari dello statuto speciale, dispongono già di vantaggi particolari a discapito degli altri italiani. Ci manca solo che ci facciano pagare der Vibrator. Se proprio ci tengono, mandino gli scontrini in Austria e attendano risposte. Siamo certi che i loro «connazionali» saranno lieti di fornire ampie spiegazioni su dove se lo devono mettere, l’attrezzo. Accortisi dello svarione, i Freiheitlichen si sono affrettati a smentire: «Le notizie non corrispondono ai fatti. Se avessimo compiuto qualcosa di illegittimo, questo deve essere comunicato dalla Procura», hanno scritto in un comunicato. Meno perentorio era stato il capogruppo Pius Leitner: «Dobbiamo verificare, se fosse così non sarebbe corretto» (ma dai...). Tra l’altro, prima della grana col vibratore, il medesimo Leitner e la collega Mair avevano già ottenuto una bella dose di pubblicità negativa grazie al solito caso di «pensioni d’oro». I due, infatti, hanno ricevuto un anticipo sul vitalizio da politici di circa 400 mila euro, forse anche di più, come scrivono alcuni quotidiani. Sono in buona compagnia, dato che parecchi colleghi di altri partiti hanno ottenuto cifre anche maggiori. E, per la verità, si sono detti disponibili a restituire l’anticipo. Non perché sia illegale, ma per questioni di opportunità politica. Comunque sia, questa storia del vibratore proprio non ci voleva. Soprattutto, si poteva evitare il maldestro gioco di smentite e rimpalli. Perché c’è un altro passaggio della vicenda. Il sostituto procuratore di Bolzano, Giancarlo Bramante, ha dichiarato che il famigerato scontrino del sexy shop datato 16 maggio 2012 non compare negli atti della Procura legati all’inchiesta. A quanto pare, dunque, qualcuno il vibratore l’ha acquistato. Non è ancora chiaro, però, se a pagarlo siano stati o meno i contribuenti. Sarebbe bello se la Mair, dopo le dichiarazioni iniziali, aggiungesse qualche elemento in più onde fugare i dubbi. Ma pare che la signora nelle ultime ore non risponda al cellulare. Forse l’ha staccato. O magari ha messo la vibrazione. di Francesco Borgonovo