Scambio di embrioni, ancora un caso al Sandro Pertini di Roma

di Giovanni Ruggierodomenica 22 giugno 2014
Scambio di embrioni, ancora un caso al Sandro Pertini di Roma
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Un altro scambio di embrioni sarebbe avvenuto all'ospedale "Sandro Pertini" di Roma. A scoprirlo è stata un coppia di Roma, Giacomo di 47 anni e Maria di 43, dopo un controllo sulla salute della bambina. I due potrebbero chiedere un risarcimento danni per circa 1 milione di euro. Intervistati da affaritaliani.it, il caso dei due prossimi genitori arriva a pochi mesi dal primo che aveva coinvolto il nosocomio romano dove, per possibile scambio di una provetta, una donna aveva scoperto di portare in grembo due gemelli che non erano suoi figli biologici. Francesca - Sposati da 10 anni, la coppia romana cercava da tempo di avere figli senza riuscirci. Fortemente cattolici, i due hanno deciso di rivolgersi all'aiuto dell'inseminazione artificiale solo nel 2013, dopo tante tribolazioni. Si rivolgono al "Pertini" e l'operazione va a buon fine. Ma quando hanno seguito il consiglio di sottoporre il feto all'amniocentesi, per verificare che non avesse malformazioni anche legate all'età avanzata dei genitori, Giacomo e Maria scoprono quel che mai avrebbero voluto sapere: il feto è una bambina in piena salute, ma il suo profilo genetico non corrisponde a quello della madre. La scoperta è stata fatta dopo l'esame fatto al San Camillo, dal "Pertini", dopo il caso dei gemelli di aprile, non hanno ricevuto nessuna comunicazione. Il nome scelto non è casuale: "Non potevamo che darle lo stesso nome del Papa" dicono i due. Nessuna certezza - Non si sa chi sia la madre biologica della piccola di cui è incinta la signora Maria, ma neanche il padre è certo: "Ci è stata consigliata un'indagine genetica più approfondita - dicono i due ad affaritaliani.it - ma non vorrei neppure pensare che il mio seme abbia fecondato l'ovulo di un'altra donna". Fermi nella loro convinzione religiosa, i due non hanno nessuna intenzione di tornare indietro. Messi davanti alla scelta se tenere o meno la bambina nel giro di sette giorni, Maria e Giacomo non hanno avuto dubbi: "Abortire ci è sembrato un delitto a tutti gli effetti. Non ci importa di sapere chi siano i genitori - continuano i due - la nostra bambina avrà un padre e una madre che si prenderanno cura di lei". La causa - Maria e Giacomo si sono rivolti all'associazione Agitalia e non escludono di intentare una causa civile per ottenere un risarcimento dei danni morali, patrimoniali e biologici per 1 milione di euro. Una cifra che devolverebbero in beneficenza, secondo quanto dicono ad affaritaliani.