Riparte il processo Ruby, tutte le mosse di Berlusconi per ribaltare la sentenza

di Nicoletta Orlandi Postidomenica 22 giugno 2014
Riparte il processo Ruby, tutte le mosse di Berlusconi per ribaltare la sentenza
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Sono ore di lavoro senza soste queste per i legali di Silvio Berlusconi. Niccolò Ghedini e Pietro Longo stanno preparando le loro mosse per affrontare il processo d'Appello sul caso Ruby che vede sul banco degli imputati il Cavaliere accusato di prostituzione minorile per le feste di Arcore e di concussione per una telefonata fatta per chiedere il rilascio di Karima el Mahroug alla questura di milano tra il 27 e il 28 maggio 2010. Venerdì, mentre il loro assistito sarà impegnato con i malati di Alzheimer a Cesano Boscone, la Procura generale chiederà un processo lampo: nessun nuovo testimone, relazione del giudice a latere, requisitoria, arringhe, sentenza. In tutto tre o quattro udienze, scrive il Giornale, e prima delle vacanze potrebbe essere tutto finito con la conferma della condanna. Condanna che i giudici del Tribunale di Milano hanno quantificato in sette anni di carcere per concussione e per utilizzo della prostituzione minorile e che se diventasse definitiva, renderebbe possibile e forse inevitabile il carcere il carcere visto che Berlusconi non potrà contare su indulti, prescrizione, affidamenti.  Poichè questo processo è l'ultima chance per dimostrare l'innocenza che rivendica dall'inizio di questa storia, i suoi legali devono convincere i giudici che Berlusconi non ha avuto rapporti sessuali con Ruby e non ha pressato o minacciato nessuno perché la ragazza venisse rilasciata quando venne fermata dalla polizia.  Per questo, secondo il retroscena del Giornale, Ghedini e Longo, torneranno a chiedere che si scavi in profondità su quanto accadeva nelle allegre notti di Arcore, e che vengano interrogati i tanti testimoni a difesa che a un certo punto del processo i giudici di primo grado decisero di tagliare. Ma più dei testimoni che non sono stati ascoltati, la vera battaglia che i legali di Berlusconi intendono combattere è sugli altri testimoni della difesa, quelli che in aula sono sfilati e hanno osato fornire dichiarazioni non in linea con la Procura. È lì, dicono Ghedini e Longo che si è consumata la «colossale anomalia» del processo: perché per aggirare versioni che avrebbero reso impossibile la condanna, i giudici hanno deciso di incriminare in blocco trentadue testimoni. Da qui, spiega Luca Fazzo, dalla battaglia per riportare tutte le testimonianze su un piano di parità, inizia il processo bis del Cavaliere. Sapendo che in campo c'è anche dell'altro. Nessuno, infatti, neanche tra le ospiti di Arcore divenute testimoni d'accusa, ha visto Berlusconi fare sesso con Karima, e nemmeno toccarla, sfiorarla, niente; e nessuno ha mai detto che Berlusconi sapeva che quando partecipava alle serate la ragazza era minorenne. Sono i punti chiave, senza i quali il reato non esiste: e per condannare Berlusconi i giudici si affidano alle uniche due intercettazioni in cui lei, Ruby, ad un tempo vittima e complice, si vanta con un'amica. Ma, dicono i legali, son chiacchiere perse in un mare di millanterie e di fanfaluche, e che la stessa Ruby ha ammesso di essersi inventata.