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L'Albero della Vita si riaccende in primavera

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 25 ottobre 2015

2' di lettura

Padiglione Zero, Palazzo Italia e Albero della Vita. Saranno loro i baluardi del dopo Expo. A confermarlo, ieri, il commissario unico dell’Esposizione Universale Giuseppe Sala che proprio in occasione della festa dell’Albero della Vita ha annunciato che «le tre strutture rimarranno nella loro sede» e «non verranno snaturate». Nessuna modifica dunque, solo un periodo di pausa previsto fino alla prossima primavera (indicativamente tra marzo e aprile) per permettere di smantellare i padiglioni e proseguire il più rapidamente possibile. E poi il nuovo utilizzo dell’area di 1,1 milioni di metri quadri in una nuova veste ancora tutta da studiare e che potrebbe essere svelata il prossimo 10 novembre dal premier Matteo Renzi. «Expo sta andando così bene che anche io avrei voluto prolungarlo», ha commentato Sala ieri presente a Palazzo Italia, «ma le regole del Bie lo impediscono. Chiudiamo il 31 ottobre». Le prossime settimane saranno così utilizzate per capire come ridare vita ai tre simboli italiani di Expo in tempo per la primavera 2016. «È nelle nostre intenzioni - ha confermato Sala -, ma dobbiamo lavorarci, anche i nostri soci sono d’accordo». Socia come il governatore lombardo, Roberto Maroni che prima dell’estate aveva lanciato l’idea del “fast post” una volta conclusa la prima fase dei lavori di dismantling. Se il progetto della città universitaria targata ”Statale” o rimane comunque all’orizzonte, è certo anche che la prossima primavera a occuparsi della prima porzione del sito espositivo (quella che, per intenderci, comprende tutta la parte che oggi va dagli ingressi di Triulza al padiglione Zero fino al media centre e alla prima stecca di servizi) sarà occupata dalla Triennale: per sei mesi a partire dal 2 aprile 2016 su parte delle ceneri di Expo si svolgerà la ventunesima Esposizione internazionale d’arte e che, a vent’anni dall’ultima edizione milanese, avrà come tema «Il design dopo il design». Intanto, mentre in questi giorni il sito espositivo è preso d’assalto da turisti e già nostalgici di Expo, si continua a discutere su quali saranno le eredità fisiche dei padiglioni. A fare da apripista alla possibilità di mettere all’asta i propri interni è il Brasile che ha annunciato, con grossi cartelloni, la possibilità di «portarsi a casa un pezzo del padiglione». Cellulari, fotocopiatrici, schermi, ma anche sedie, poltroncine e vasi. La svendita, a cui hanno già dato adesione in moltissimi, avrà un unico scopo: avere con sé un ricordo unico di questa Expo. di MARIANNA BAROLI

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