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Giallo di Brescia, sparito il cellulare dell'operaio morto. Arriva la perita del caso Yara

di Andrea Tempestini domenica 25 ottobre 2015

2' di lettura

L'imprenditore scomparso nel nulla, l'operaio prima sparito e poi trovato morto. Il giallo di Ponte di Legno resta un rebus, l'inchiesta stenta a decollare, come bloccata in un buco nero da cui è difficilissimo uscire, tra drammi personali, misteri e morte. L'epicentro del caso resta la forneria Bozzoli di Marcheno, in provincia di Brescia, dove lo scorso 8 ottobre è scomparso uno dei due fratelli padroni dell'impianto, Mario Bozzoli. Di lui, ad oggi, non c'è traccia. Sei giorni più tardi sparisce il suo operaio, Giuseppe Ghirardini, un uomo dalla vita complessa: una sorella suicida, la moglie straniera che lo abbandona portandosi via il figlio. Domenica sera è stato ritrovato il suo cadavere, vicino a un torrente, vestito in un modo che un uomo a cui scorreva la montagna nelle vene, per la montagna, non avrebbe mai scelto. Cellulare scomparso - Troppi dettagli che non tornano. Troppi misteri, tra i quali quello del cellulare: fino a lunedì sera, il telefonino dell'operaio non era stato ritrovato. Si era agganciato ad alcune celle di montagna il giorno della scomparsa, poi è sparito. Circostanza che porta ad escludere che l'operaio sia morto per cause naturali, o per suicidio, come comunque ipotizzato tra gli inquirenti (istigazione al suicidio, nel dettaglio): se si fosse trattato di un malore, perché mai Ghirardini si sarebbe dovuto liberare del cellulare? Nel frattempo, inoltre, non trapelano dettagli relativi all'autopsia, dettagli che potrebbero spigare come sia morto l'uomo. Intreccio con Yara - E così, nella fonderia di Marcheno, insieme ai Ris e a un cane cerca-cadaveri, è arrivata anche l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, nominata dalla Procura. Lei, tra l'altro, è la super-perita del caso Yara, l'esperta che di fatto ha incastrato - o quasi - Massimo Bossetti. Di Mario Bozzoli, ora, si cercano le tracce più infinitesimali: resta il tremendo sospetto che qualcuno possa averlo stordito, per poi gettarlo a bruciare nel forno, dove le temperature arrivano a 900 gradi, rendendo quasi impossibile trovare qualcosa. Un caso difficilissimo, reso ancor più arduo dalla morte dell'operaio, che avrebbe dovuto essere risentito dagli inquirenti il giorno successivo alla sparizione: una coincidenza? Sapeva qualcosa? Su Facebbok, l'uomo, poco prima di morire, aveva scritto frasi inquietanti, come se temesse qualcosa. Ora che è morto, però, non può più parlare.

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