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Strada intitolata a Oriana Fallaci, il Consiglio comunale di Roma dice "No"

di Ignazio Stagno domenica 21 settembre 2014

2' di lettura

Ad Oriana Fallaci sarebbe venuta l’orticaria. E, probabilmente, avrebbe spento il sigaro sulla mano tremula del Dario Nardella. Eppure c’è qualcosa di inquietante, d’innaturale nella bocciatura -da parte di Sel e Pd- della mozione che chiedeva al consiglio comunale di Firenze l’intitolazione di una strada alla grande scrittrice. Il motivo sarebbe una sua frase contro l’islamizzazione dell’Occidente (assai profetica, oggi) inneggiante l’«odio religioso». Il sindaco traccheggia richiedendo per la nuova toponomastica sia il decorso dei 10 anni dalla morte del titolabile previsti per legge, sia il «corale riconoscimento della comunità». Ora, a parte il fatto che si parla della Fallaci, un gigante del 900, e solo a metterla in discusione s’affonda nel ridicolo; be’, qualcuno dovrebbe spiegarci perché la regola dei 10 anni dovrebbe valere per la Fallaci mentre a Firenze si fece eccezione per Tiziano Terzani (2008) e Fabrizio De André (2004). E se si evocano dubbi su personaggi «divisi» -perdinci, se lo era- allora non dovremmo avere vie o strade o piazze intitolate a Enrico Berlinguer, Palmiro Togliatti, Alcide De Gasperi, Armando Diaz. Oriana Fallaci poteva non piacere a tutti, non essere politicamente corretta -perdinci, se non lo era-ma la forza delle sue idee stava nella ricerca assoluta del dialogo , anche feroce, con altre culture; e nella cura del dubbio che è il fondamento stesso delle democrazie. Il sindaco Nardella che da Palazzo Vecchio ora alza lo scudo delle «procedure ordinarie» per non indispettire la sua maggioranza, pur riconoscendo «il grande amore di Oriana per la città», rivelapensieri piccini flagellati dal nulla. E Oriana, come Montanelli, non avrebbe mai concesso la sua griffe alla balbuzie istituzionale... di Francesco Specchia

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