I magistrati precari: "Non abbiamo avuto alcun vantaggio dopo la sentenza di Torino"

di Ignazio Stagnodomenica 27 luglio 2014
I magistrati precari: "Non abbiamo avuto alcun vantaggio dopo la sentenza di Torino"
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Si chiamano magistrati onorari, ma sono i precari del diritto. Sono circa 7.800, ormai quasi quanti i magistrati ordinari, e danno un contributo essenziale al funzionamento della giustizia, che senza il loro apporto collasserebbe sotto il peso delle scartoffie e dei fascicoli arretrati. Il loro precariato però secondo quanto raccontato dal Corriere della Sera potrebbe avere uno stop grazie ad una sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino ha accolto il ricorso di 10 magistrati onorari e sentenziato che questi "Vpo" di fatto prestano una "collaborazione coordinata continuativa" (sono dei co.co.co) e quindi hanno diritto al versamento dei contributi previdenziali all’Inps da parte dello Stato, nello specifico dal Ministero della Giustizia. Questo perché già a partire dal 2006 il Csm li aveva investiti "di un rapporto di servizio, sia pur onorario, che prevede obblighi di prestazione disciplinati dalla legge e dagli ordini di servizio che promanano dai coordinatori dell’ufficio". Ma alcuni vice-procuratori precari non ci stanno e negano di avere avuto vantaggi dalla sentenza di Torino. Come raccontano Paola Bellone, Ferdinando Brizzi, Daniela Calcagni, Paola Clivio, Antonella Cornaglia, Elena Ferrero, Barbara Figoli e Micaela Soriente "la sentenza nè ci stabilizza nè ci attribuisce maggiori tutele rispetto ai lavoratori precari di altri settori pubblici e privati. A differenza dei lavoratori precari di tutti gli altri settori infatti, prima di questa sentenza, eravamo gli unici a non avere alcuna tutela previdenziale". Questa la loro risposta anche in merito ad un articolo pubblicato da Libero dal titolo "Magistrati, gli unici precari tutelati sono loro" del 14 luglio 2014.