Roma, che è la città che è la più grande azienda italiana per stipendi pagati, con un numero di dipendenti comunali pari a oltre il doppio degli occupati negli stabilimenti italiani della Fiat, non è governata. E' questa la conclusione dell'inchiesta di Paolo Conti e Sergio Rizzo pubblicata oggi dal Corriere della Sera che snocciola i numeri degli incidenti, dei rifiuti prodotti e riciclati, del traffico, dei mezzi pubblici mancanti, dell'esercito dei dipendenti, degli abusi edilizi, del degrado. Certo, governarla non è semplice, ammettano i due giornalisti, ma le responsabilità sono chiare. E l'indice viene puntato, con le parole dello storico Vittorio Vidotto (autore del saggio Roma Contemporanea), sulla "pochezza degli ultimi sindaci" e "l'assenza di qualsiasi cultura legata alle regole condivise e rispettate da tutti". Da parte sua il neo sindaco della Capitale, Ignazio Marino, eletto a maggio del 2013, replica serafico: "Roma non fu fatta in un giorno. Stiamo facendo progressi". Città insicura - L'inchiesta di Conti e Stella parte dalla sicurezza. Nel 2008 il futuro sindaco Gianni Alemanno aveva promesso in campagna elettorale tolleranza zero verso la criminalità, dopo l’omicidio a Tor di Quinto di una signora, Giovanna Reggiani, per mano del rumeno Nicolae Mailat. Cinque anni e mezzo dopo il suo successore Marino si ritrova a guidare una città che la classifica della sicurezza stilata proprio dall’università romana La Sapienza per Italia Oggi Sette colloca al posto numero 101 sui 110 capoluoghi. Due posizioni dietro Napoli, che occupa la casella 99. Città mortale - Ma non sono solo i criminali a rendere la città insicura. Anche attraversare la strada può essere statisticamente un bel rischio. Nel 2012 sono stati travolti e uccisi dalle auto 56 pedoni, contro 24 a Milano, 9 a Napoli, 8 a Torino, Firenze e Palermo. Gli incidenti sono stati ben 43 al giorno per un totale di 15.782. E tanti morti. Secondo l’Istat le vittime nella sola Roma sono state 154, contro 61 a Milano, 26 a Torino, 34 a Napoli e 932 nell’intero Paese. Con meno del 5 per cento della popolazione, la capitale è responsabile del 16,5 per cento degli incidenti mortali. COn la manutenzione delle strade ai minimi termini e il traffico perennemente intasato: la Capitale è infatti in assoluto la città con più automobili: 67 ogni cento residenti. Contro 53 di Milano, 50 di Madrid, 45 di Parigi, 43 di Bruxelles, 41 di Barcellona, 40 di Vienna, 32 di Londra e Berlino. Senza considerare il numero enorme di moto, motorini, furgoni e pullman turistici che stringono il fragile centro storico della capitale in una morsa d’acciaio. Città intasata - Ogni romano trascorre mediamente in auto 227 ore l’anno. Questo è comunque da imputare a decenni di gestione sconsiderata della città, in assenza di qualunque visione strategica: la Capitale, il Comune territorialmente più vasto d’Europa con quasi tre milioni di residenti e un’area urbana di cinque milioni, ha solo 37 chilometri di linee metropolitane. Due chilometri in meno dei 39 della città spagnola di Bilbao, un sesto di Parigi, meno di un decimo di Londra. Città sporca - Poi c'è il problema rifiuti. Roma, puntualizzano Conti e Rizzo, da anni è pericolosamente sull’orlo di una colossale emergenza ambientale, con la discarica più grande d’Europa che periodicamente viene considerata esaurita per essere di nuovo prorogata produce qualcosa come 660 chili l’anno ad abitante. Per capirci, 113 chili più di Napoli, 127 più di Milano, 155 più di Messina, 200 più di Trieste. Ufficialmente, la raccolta differenziata è al 25,1 per cento, percentuale fra le grandi città superiore solo a Bari, Napoli, Catania e Palermo. Ufficialmente... Nonostante ciò l’Ama, l’azienda municipale ambiente conta poco meno di 8 mila dipendenti. Compreso un discreto numero di spalatori di foglie: 164 assunti in un colpo solo dalla giunta di Gianni Alemanno nel 2011.