«Vi sembriamo due che disturbano le coscienze?». Le parole di Luigi Fantinelli (26 anni di Faenza) e Mariangela Lerario (20 anni di Bari), brillanti giovani italiani con sindrome di Down, sono la risposta più efficace a chi vorrebbe boicottare la messa in onda dello spot Cara futura mamma, un inno alla bellezza della vita interpretato da ragazzi con trisomia 21 e diffuso nelle tv di tutta Europa (grazie a una campagna ideata e coordinata dell’associazione italiana CoorDown). Secondo la Csa, il garante francese del sistema audiovisivo, il video «disturba la coscienza delle donne», in quanto propone un messaggio «ambiguo», «inappropriato» e «privo di interesse generale», non tenendo conto di «chi ha fatto scelte differenti», non portando avanti gravidanze caratterizzate dal rischio di malattie genetiche. La sortita del garante ha suscitato aspre polemiche in Francia. E c’è chi ha scelto di replicare raccontanto «banalmente» la sua storia. È il caso di Luigi, studente universitario, doppio lavoro in un negozio e in una scuola elementare, fidanzato e «felicissimo». E di Mariangela, 100 e lode agli esami di Stato, passione per equitazione, scout e balli latinoamericani e sogno di lavorare nelle pubbliche relazioni. Luigi e Mariangela, cosa dite a chi sostiene che lo spot Cara futura mamma sia «un disturbo di coscienza» per le donne? L.: «È assurdo solo pensarlo. L’unica reazione possibile è commuoversi. Ogni mamma dovrebbe essere felice nel guardarlo». M.: «Sbagliano di grosso, perché pensano che la sindrome di Down sia una malattia. Ma non è così: io infatti ho questa sindrome ma non provo mica dolore». Qual è stata la vostra reazione? L.: «Ho detto subito: che bello. Tra l’altro, conosco bene una delle piccole protagoniste del video. E chissà che l’anno prossimo non sia io l’attore». M.: «Mi ha emozionato molto. Ma di solito non scoppio a piangere in questi casi, sono brava a vivere tutte le situazioni con molta serenità». So che siete entrambi molto indaffarati. L.: «Io frequento il corso di Scienze della formazione all’Università di Bologna e sono reduce da numerosi 30 agli esami. Nel frattempo lavoro in un negozio di alimenti biologici a chilometro zero a Faenza e, la mattina, faccio da assistente alle maestre in una scuola elementare». M.: «Ho appena ottenuto un 100 e lode agli esami di Stato nel liceo linguistico “Giulio Cesare” di Bari, con una tesina sul libero arbitrio delle donne nelle principali letterature europee: una soddisfazione enorme. Per il futuro, vorrei provare a lavorare, magari nel mondo delle pubbliche relazioni». Hobby? L.: «Io amo il nuoto e le uscite con gli amici. Mi piace anche far vacanza: ora è agosto e mi prendo finalmente uno stacco sia dall’università che dai miei due lavori». M.: «Ne ho tanti, forse troppi. Ho iniziato con l’equitazione, poi mi sono data ai balli latino-americani, dove me la cavo alla grande. Faccio anche parte di un gruppo scout: ora infatti mi trovo a un campo nei pressi di Pisa, organizzato dall’Agesci». Siete fidanzati? L.: «Sì, da un anno e mezzo, con una ragazza con sindrome di Down come me. È una storia importante, però non chiedermi del matrimonio. È davvero presto». M.: «Ebbene sì, da tre anni, con un ragazzo Down di qualche anno più grande di me. Se mi sono avvicinata ai balli latino-americani, è un po’ merito suo: dopo tutto, mi serviva un compagno per ballare (sorride)». Parliamo di viaggi. Siete mai stati all’estero? L.: «Io ho fatto un Erasmus di alcuni mesi in Spagna. E là ho combinato tre cose: ho studiato, mi sono divertito e ho conosciuto tanta gente». M.: «La mia prima esperienza all’estero è stata uno scambio alla pari della mia scuola con un liceo di Mentone, in Francia. All’inizio era tutto molto strano: in Francia i ragazzi Down frequentano corsi scolastici a parte e quindi gli altri studenti si sorprendevano di vedermi in classe insieme a loro. Poi però quella sorpresa è diventata piacevole compagnia. Recentemente sono stata a Bruxelles». Siete felici? L.: «Certo, perché non dovrei Vivo con genitori meravigliosi e ho amici che mi hanno sempre accolto bene». M.: «Io sono felice, anche se so di avere qualche problema più degli altri. Prima della Maturità ho chiesto a mia madre: “Farò lo stesso esame degli altri ragazzi? Per me sarà più difficile”. E mamma mi ha risposto: “Farai lo stesso esame, ma a modo tuo”. E infatti, è andato alla grande». Progetti per il futuro? L.: «Mi piacerebbe guadagnare abbastanza, per permettermi una vita autonoma. Ora è un po’ dura, per la crisi». M.: «Vorrei avere la mia indipendenza. Sono una ragazza molto passionale con tanti progetti. Preferisco però non andare all’università: ho scoperto che la vita vera è fuori». di Gianluca Veneziani