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Mose, l'ultima pista dei pm: Orsoni ha usato i soldi delle tangenti per battere Brunetta

di Giulio Bucchi domenica 15 giugno 2014

2' di lettura

Le tangenti del Mose servirono anche a far perdere Renato Brunetta. L'ultima pista proveniente dall'esplosiva inchiesta veneziana porta a fondi neri usati dal sindaco Giorgio Orsoni, centrosinistra, per "comprarsi" l'appoggio del voto cattolico. E' Repubblica a riannodare i fili che dal Consorzio Venezia Nuova arrivano a Orsoni su su fino al Patriarcato di Venezia, retto nel 2010 da monsignor Angelo Scola oggi arcivescovo di Milano. Alla vigilia delle amministrative 2010, il candidato del centrodestra Brunetta è nettamente favorito. Orsoni, candidato del Pd e del centrosinistra, lo sa e preme sui suoi contatti per avere al più presto i soldi provenienti dalle tangenti per "oliare" il meccanismo elettorale. Quei soldi sarebbero i 450mila euro che Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio, ha confessato ai pm di aver consegnato a Orsoni, che invece nega. Ma a confermare la versione è stato anche Piergiorgio Baita, ex ad della Mantovani e pure lui coinvolto nel giro di appalti truccati del Mose. Inizialmente, i dirigenti che facevano parte dell'associazione tangentara sarebbero stati orientati a sostenere Brunetta, ma "quando abbiamo saputo - ha detto Baita ai pm - che il Patriarcato aveva fatto una scelta di campo, quella di sostenere Orsoni, abbiamo cambiato linea". Il sospetto degli inquirenti è che il cambio di linea della Curia sia stato alimentato da aiuti e sostegni economici fatti cadere a pioggia dal candidato Orsoni.  I soldi alla Curia veneziana - Il sostegno del Consorzio Venezia Nuova, alla Curia, non sarebbe mai mancato. Un documento al vaglio degli inquirenti fa riferimento a pagamenti realizzati dal Consorzio Veneto Cooperativo (socio del CVN) fino all'11 ottobre 2011: una lista in cui venivano appuntate "consegne" a molti politici locali e pure alla Fondazione Marcianum per 100mila euro. Il Marcianum è un polo pedagogico fondato nel 2004 proprio da Scola, che comprende istituto di studi religiosi, liceo classico, facoltà (la San Pio X) e biblioteca. Tra i quattro soci fondatori, del Marcianum, ricorda Repubblica, c'è anche il Consorzio Venezia Nuova e presidente della Fondazione, non a caso, è proprio Mazzacurati. Nel 2004, tra l'altro, anche la Regione Veneto presieduta da Galan fece pervenire alla Curia 50 milioni di euro per varie opere di ristrutturazione. 

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