La moschea, quella no. Non ha ancora avuto il coraggio di aprirla, come aveva promesso ai suoi elettori prima di diventare sindaco. Ma oggi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha confezionato il regalo più gradito ai suoi amici del centro sociale Leoncavallo, regalando l'immobile che occupano abusivamente da vent'anni agli antagonisti. Brioschi Sviluppo Immobiliare Spa comunica infatti con una nota che "in data odierna la controllata L'Orologio s.r.l., proprietaria dell'immobile occupato senza titolo di via Watteau 7 a Milano, ha sottoscritto un atto unilaterale d'obbligo che contempla l'impegno a permutare con il Comune di Milano, l'immobile di proprietà con gli immobili comunali di via Zama 23 e via Trivulzio 18 a Milano. L'equilibrio economico della permuta - si legge - è stato valutato anche sulla base di un'apposita perizia estimativa rilasciata dalla competente Agenzia del Territorio. Il perfezionamento dell'operazione è subordinato alle favorevoli delibere della Giunta comunale e del Consiglio comunale di Milano". A pagare, cioè, sono i cittadini milanesi, che di fatto ci rimettono due immobili e le relative aree su cui insistono. Per il Leoncavallo si tratta della vittoria tanto attesa da decenni, durante i quali hanno ingaggiato una contesa senza sosta con le istituzioni cittadine e le forze di polizia. Situato inizialmente, appunto, in via Leoncavallo, il centro sociale più famoso d'Italia si trasferì nella sede attuale di via Watteau nel 1994. Negli ultimi anni, con lo slogan 'Qui sono e qui resto', il centro sociale ha intrapreso una resistenza a ogni arrivo dell'ufficiale giudiziario, in quella che ogni due mesi (con i successivi rinvii di sfratto) era diventata una sorta di scenetta da teatrino. A parte l'abusivismo e le violenze in occasione dei tentativi di sgombero, il Leonka è stato per decenni luogo di smercio di cibi e bevande senza scontrino, di spettacoli musicali senza autorizzazioni, di approvvigionamento a scrocco di acqua, gas ed energia elettrica. Ora, grazie al sindaco arancione, tutto è perdonato.