CATEGORIE

"La prostituzione è un lavoro", lucciole costrette ad aprire la partita Iva e pagare le tasse

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 10 maggio 2015

1' di lettura

Il meretricio è un'attività lecita, quindi chi la svolge deve pagare le tasse: ha sentenziato la Cassazione nel 2010 dicendo chiaramente che è reato lo sfruttamento della prostituzione ma non la "vendita" volontario del proprio corpo. E' per questo che gli ispettori dell'Agenzia delle Entrate di Rimini, come racconta il Tgcom24, trovandosi di fronte casi di donne con cospicui conti in banca giustificati con la prostituzione hanno costretto le lucciole ad aprire la partita Iva e a pagare tasse e contributi sulle prestazioni effettuate. O meglio "servizi alla persona", come recita l'oggetto dell'attività. Il problema è che una volta aperta la partita Iva le sexworkers si sono viste arrivare cartelle esattoriali esorbitanti tra balzelli, contributi ed ovviamente sanzioni. Così hanno deciso di fare ricorso.

tag

Ultima Generazione blocca via Palmanova: la clamorosa sentenza

Volete bloccare il traffico e impedire alle persone di andare a lavorare o tornare a casa? Prego, accomodatevi pure. Ve ...
Giorgio Valleris

Esce dal carcere, sequestra e stupra una donna: arrestato

Era fuori dal carcere da poco meno di 24 ore il 36enne kosovaro arrestato dalla polizia di Padova per aver sequestrato e...

Meteo, arriva la tempesta di vento: "Raffiche fino ai 120 km/h"

La Pasqua 2025 sarà all'insegna di quelle passate. E non andrà meglio nei giorni che precedono la fest...

I militari italiani che si opposero al ricatto nazista

Prosegue il nostro viaggio per raccontare l’altro 25 aprile, ben diverso dalla narrazione della mitizzata Resisten...
Marco Patricelli