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Torino, riapre la Cappella della Sindone (e i misteri non finiscono mai)

di Davide Locano domenica 30 settembre 2018

3' di lettura

Dopo 21 anni, dopo tante peripezie, un incendio, un salvataggio al limite del miracoloso, un complesso e difficile lavoro di restauro ecco che riapre a Torino la bellissima Cappella della Sindone, capolavoro barocco di Guarino Guarini e iscritta all'albo del Patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Era chiusa da quel terribile giorno dell'incendio, l'11 aprile 1997, che l'ha gravemente danneggiata e soprattutto ha messo in serio pericolo la sopravvivenza stesa della Sindone, oggetto di venerazione da secoli. Fu grazie al coraggio del vigile del fuoco Mario Trematore che fu salvata in extremis, in quella notte tra l'11 e il 12 aprile. E pensare che non era neppure in servizio, ma avendo visto dal balcone di casa le fiamme er il fuoco che avvolgevano la chiesa. E riuscì perfino a mandare in frantumi, la teca lambita dal fuoco, che era indistruttibile, antiproiettile. Con con la Sindone tra le braccia, il pompiere uscì tra gli applausi dei colleghi e di chi si affollava intorno alla Cappella. Il restauro ha avuto il costo astronomico di 30 milioni di euro ed è stato finanziato dal ministero dei Beni culturali, con il sostegno di fondazioni e aziende torinesi. E non è ancora finita, perché bisogna ancora recuperare l'altare, i lavori inizieranno a primavera. La Sindone non tornerà qui, resterà nel Duomo, ma come ha detto l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, continuerà ad essere "luogo di meditazione, di preghiera, di silenzio che è sempre stata in questi secoli". Proprio la storia della Sindone e delle sue immagini nel corso di ben cinque secoli sono al centro di una mostra organizzata a Palazzo Madama, con un'ottantina di pezzi provenienti da varie istituzioni museali. La Cappella è ora al centro di tre giorni di festa cittadina ed è il "segno" tangibile di una devozione, un'attrazione, un interesse che sembra non venire mai meno. Gli studi sulla Sindone, i fatti, non si interrompono mai, anche se, bisogna sottolinearlo, fanno sempre più rumore quelli che tentano di metterne in dubbio l'autenticità. Mentre ci sono studi e iniziative che ne sottolineano il carattere di inesauribile fonte di rivelazioni e misteri. Come l'esposizione, avvenuta qualche giorno fa, a Padova di una statua che riproduce fedelmente, in una ricostruzione tridimensionale, il corpo dell'Uomo della Sindone. Questa statua è frutto di un lavoro continuo di un artista, Sergio Rodella, insieme ad un team scientifico, composto da medici, ingegneri, tecnici. Un attivo connubio tra scienza e fede, per riproporre il grande dono della Sindone. Il corpo riprodotto conferma la morta violenta, per crocifissione, dell'Uomo, i segni delle torture subite, insomma una "mappatura" delle sofferenze di chi è stato avvolto nel lenzuolo sindonico. La statua -calco sarà esposta in altri luoghi, a seconda delle richieste che arriveranno in tal senso. Poi l'artista deciderà se donarlo e a chi donarla. Qualche giorno fa papa Francesco è stato in visita nei Paesi Baltici. In particolare, a Vilnius, il Papa è andato a rendere omaggio ad un quadro molto particolare: il volto di Cristo misericordioso che è stato dipinto su precisa indicazione di suor Faustina Kowalska, la suora santa che diffuse il culto della Divina Misericordia. Questo dipinto ha avuto una storia molto travagliata, ora ricostruita in un bel saggio di Davide Murgia, dal titolo "Suor Faustina & il Volto di Gesù Misericordioso", (edizioni Ares, pp.224, euro 13), quadro scampato alle persecuzioni prima naziste e poi sovietiche. Ed è l'unico che, sovrapposto al Volto della Sindone, finisce con il combaciarvi perfettamente...Il mistero continua. di Caterina Maniaci

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