Torino, tre molotov contro il Pd Esposito, pro Tav: "Ritirati o fai bum bum"

Bottiglie incendiarie e minacce contro il senatore democratico, i cui incontri sono stati spiati. Si segue la pista degli antagonisti. Lui:: "Basta, forse lascio la politica"
di Giulio Bucchidomenica 19 gennaio 2014
Torino, tre molotov contro il Pd Esposito, pro Tav: "Ritirati o fai bum bum"
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Tre bottiglie incendiarie sono state trovate lunedì mattina davanti all'abitazione del senatore del Pd Stefano Esposito, a Torino. La pista seguita dagli inquirenti è quella degli anarchici vicini al movimento No Tav, dal momento che il senatore è da tempo in prima linea nella difesa della linea alta velocità Torino-Lione e per questo aveva già ricevuto minacce e intimidazioni da parte degli antagonisti. "Sto pensando di lasciare l'attività politica - ha commentato Esposito, amareggiato. Prima di tutto c'è la mia famiglia, non è giusto che per la mia passione debba pagare un prezzo così alto". Unanime e bipartisan il coro di solidarietà da parte dei politici nei confronti di Esposito. Il sito ufficiale dei No Tav della Valdisusa, www.notav.info, ha al contrario pubblicato un post decisamente polemico, rispondendo a chi accosta l'episodio agli antagonisti e accusando lo stesso Esposito e i quotidiani "schierati" di cercare visibilità per gettare discredito sul movimento: "Permetteci di dubitare ogni volta che una bottiglia con liquido infiammabile viene ritrovata da qualche parte. Abbiamo sempre alla mente la scuola Diaz di Genova e chi è stato condannato di recente tra le forze di polizia. Permetteteci di non unirci al coro dei povero Esposito, permetteteci di stare nel coro  dei basta Esposito!". "Ritirati o fai bum bum" - A notare le molotov è stato, a quanto si è appreso, un vicino che ha poi suonato al campanello di Esposito. Nella buca delle lettere del senatore è stato trovato poi un biglietto nel quale si fa riferimento a un incontro che il senatore del Pd ha avuto venerdì proprio sotto casa sua con un giornalista de La Stampa, Massimo Numa, un particolare che fa ritenere che i movimenti del politico del Pd siano sotto controllo. "Caselli è andato in pensione - si legge nel testo che accompagnava le molotov -, Bersani è in rianimazione, i tuoi amichetti sono quindi fuori gioco. Chiamparino non tornerà. Ora tocca a te ritirarti o fare bum bum, la scelta è solo tua. Tornate in prefettura la scorta non ti può proteggere più".  "Non ce la faccio più" - "Non vivo solo, ho tre figli piccoli, una bimba di tre mesi, una moglie e non so se ho più voglia di far vivere loro questo stillicidio - ha spiegato - Sto seriamente pensando che forse dovrò accettare l’invito e tornarmene a lavorare in Prefettura, basta che possa far stare tranquilla la mia famiglia. Tre mesi fa mi è nata la mia ultima figlia, all’ospedale ci sono dovuto andare con la macchina blindata. Forse non ne vale la pena. Nei prossimi giorni ne parlerò con la mia compagna e valuteremo". Per Esposito questa è solo l'ultima di una serie di intimidazioni: "Probabilmente c'è qualche serio professionista che è in grado di osservare i movimenti, sapere cosa faccio e quando lo faccio ed è abbastanza temerario da decidere di fare questi atti. Questa è la terza intimidazione direttamente a casa, ma sono diversi anni che ricevo lettere, proiettili, intimidazioni verbali".