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Coronavirus, mascherine introvabili. "Di Maio le ha regalate alla Cina": la denuncia di ospedali e militari

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Aumentano le richieste di mascherine da parte ospedali e forze dell'ordine, ma, come riconosciuto dal ministero dell'Interno, vi sono "difficoltà di approvvigionamento". Il peccato originale risale alle prime due settimane di febbraio, quando il coronavirus intensificò la sua diffusione in Cina. Per via della riduzione delle forniture cinesi, da cui provengono la maggior parte delle mascherine, "dalla prima settimana di febbraio i magazzini europei e americani sono vuoti", riferisce a Il Giornale Andrea Spasciani, titolare di una ditta di Varesa che le commercializza. Ma non è tutto: il ministero degli Esteri ci ha messo del suo, regalando imprudentemente circa 2 tonnellate di materiale sanitario alla Cina, tra cui le introvabili mascherine. Per approfondire leggi anche: Coronavirus, gli sciacalli. La truffa su mascherine, igienizzanti e "valvole": rincari fino al 1.700% Una "scelta sbagliata", secondo fonti militari citate da Il Giornale. La mossa sconsiderata del governo è stata denunciata da alcuni ospedali italiani (tra cui l'azienda sanitaria regionale del Lazio, gli ospedali di Bari e Palermo), ma anche da forze dell'ordine e farmacisti, i cui scaffali dedicati alla mascherine protettive sono ormai vuoti. Con l'approssimarsi del picco di contagi, previsto in settimana, sono state richieste numerose mascherine per gli addetti ai lavori, ma le scorte sono esaurite. Così il buonista sindaco di Firenze, Dario Nardella, commentava la spedizione di mascherine alla Cina da parte del governo e da alcuni caritatevoli imprenditori toscani: "Bisogna dare un messaggio di forte di supporto e collaborazione con il popolo cinese", affermò. Il problema è attuale, e l'allarme è stato lanciato anche dalle guardie mediche sprovviste di mascherine.

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