Baby squillo dei Parioli, dietro le due minorenni anche baby-papponi. E tra i clienti, numeri di banche e società
Pubblicati gli sms dell'imputato Riccardo Sbarra: "Cucciolo hai rimorchiato ragazzettine ieri? Mmmm, papy le avrebbe leccate"
"Cucciolo hai rimorchiato ragazzettine ieri? Mmmm, papy le avrebbe leccate". Nello scandalo delle baby squillo dei Parioli ecco spuntare nuovi, e altrettanto inquietanti, risvolti. Perché dietro quelle due regazzine minorenni, studentesse di giorno e prostitute di sera, non c'erano soltanto i cinque arrestati, tra cui la madre della quindicenne, per cui ieri 12 novembre il Tribunale del riesame si è espresso sulle richieste di scarcerazione, ma anche alcuni baby-papponi, se così possiamo chiamarli. Erano disposti a rimorchiare e "vendere" le proprie coetanee per qualche regalo. Gli sms - I messaggini parlano chiaro. Il commercialista in arresto, il 35enne Riccardo Sbarra, difeso dagli avvocati Micalizzi e Mazzeo, il 13 ottobre scorso scriveva a un baby protettore: "Mi piace avere un figlio giovane che rimorchia le ragazzine e poi le porta a papy e mi fa vedere da vicino come le s.....". Il ragazzino in questione ribatte per ricevere, come promesso, "una ricarica postepay". E l'imputato risponde: "Non ti prendo in giro, mi piaci e poi hai amichette giovani, quindi non ti perderei! Ho solo avuto contrattempi. La ricarica te l'avevo già promessa e te la faccio, tranquillo". Mentre l'inchiesta prosegue, non solo sulle baby squillo, ma su un giro più ampio di spaccio di sostanze stupefacenti smerciate in feste e orge organizzate anche fuori Roma, che coinvolgerebbero donne adulte e pusher: una vera e propria rete di aguzzini e spacciatori, già delineata dalle indagini dei carabinieri del comando provinciale di Roma. Le intercettazioni - Ecco la conversazione intercettata il 19 maggio scorso, riportata da Il Corriere.it. Pizzacalla: "Per le cifre c'è una rettifica facciamo direttamente entro le due ore 300 e superate fino a mezza giornata 500". Ragazza: "Bene". P. : "Comunque ai clienti parla di te ma non dire cose provate tipo". 14:53: "Fino ad adesso quanti clienti hai visto". 15:06: "So' soldi fai bella figura magari chissà potrebbe essere interessato alla relazione". "Ogni volta che fai uno mi devi mandare messaggio con tempo e soldi". E ancora: "Senti non so se per te è un gioco ma oggi ti dovevi fare una persona forse due per me e un lavoro e un guadagno mentre tu stavi a dormire loro ti hanno chiamato ed è saltato tutto". Il 31 maggio scorso parla ancora dei guadagni: "Mi raccomando sempre le 300 entro le due ore e superate 500". Poi, sempre Pizzacalla, in un messaggio spedito il 15 giugno, ricorda: "Fino adesso mi devi 110"; "Su le prime erano 30 perché ti sei fatta dare 100 ma su 150 sono in realtà 45 ma ne prendo 40". I clienti - Poi, tra baby prostitute, baby gigolò e baby papponi, c'erano i clienti, quelli che facevano finta di niente quando si accorgevano che le ragazzine erano minorenni, e quelli che, quelle stesse minorenni, le cercavano apposta. Quelli che, alle due studentesse, mandavano messaggini, tra sms e Whatsapp, che sono ora al vaglio degli inquirenti. I loro cellulari sono una miniera d'oro per i carabinieri del nucleo investigativo di Roma, guidato dal colonnello Lorenzo Sabatino: Augusto 6, Angelo, Cliente Marco, Antonello 5. E le compagnie telefoniche hanno già fornito nominativi e indirizzi. Tra questi, contratti telefonici appartenenti a società, banche e uffici istituzionali importanti, uomini adulti, e facoltosi, disposti a pagare le prestazioni dai 150 a 400 euro, perfino 600 quando l'appuntamento durava più di due ore. Tra questi, il Bambus (da bamba, droga), Marco Galluzzo, classe '64, finito ieri in manette, che era solito frequentare locali meta di giovanissimi. Tra amiche - E' la baby prostituta di un anno più grande a coinvolgere l'amica nel giro di sesso a pagamento e, soprattutto, a vendere la sua verginità. Il valore? Cento euro più quattro grammi di cocaina. Ed ecco che la lista si allunga e anche la ragazzina viene iscritta nel registro degli indagati per induzione alla prostituzione. Era il 18 luglio scorso quando la quindicenne proponeva la sua coetanea a Marco Galluzzo: "La mia amica, ma è vergine però". Il "Bambus" non si scoraggia e insiste: "Si fa sverginare da me?". La ragazza poi chiede quanto sia disposto a pagare e lui risponde: "Vi do quello che tu sai e 100". Lei obietta: "Però ci dovresti dare almeno 4 di quello che tu sai". Il gip Maddalena Cipriani, nell'ordinanza, ha scritto che la ragazza, durante l'interrogatorio, ha spiegato che "100 erano gli euro da pagare" alla sua amica "per la prestazione sessuale poi avuta" in un albergo sull'Aurelia, "mentre 4 erano i grammi di cocaina ceduti". Insomma, non solo prostituzione minorile, ma un giro di regali che aveva come protagoniste le sostanze stupefacenti.