Legittima difesa, mai più un caso Fredy Pacini: la riforma di Salvini, quando puoi sparare
Un altro caso come quello del gommista Fredy Pacini non ci dovrà più essere in Italia. La riforma della legge sulla legittima difesa voluta da Matteo Salvini promette un drastico giro di vite sui casi come quelli del gommista di Arezzo, che si ritrova indagato per aver sparato a un ladro moldavo che si era introdotto nella sua azienda, uccidendolo. Leggi anche: Arezzo, gommista sorprende un ladro nel suo negozio: spara e lo uccide In base alla legge già passata al Senato, e ora in discussione alla Camera, prevede che nei casi di aggressione domiciliare è "sempre" sussistente il rapporto di proporzionalità tra le difesa e l'offesa in presenza di violenza o minaccia di uso di armi o altri mezzi di coazione fisica. Stesso discorso nel caso in cui l'aggressione avviene nel luogo in cui la vittima esercita il proprio lavoro. La novità del disegno di legge, fortemente voluto dalla Lega, aggiunge un secondo comma all'articolo 55 del codice penale che regola l'eccesso colposo della legittima difesa. Rispetto al passato, il comma conferma la non punibilità per legittima difesa, a vantaggio di chi agisce a salvaguardare la propria o l'altrui incolumità, si trovi in una condizione di minorata difesa o in uno stato di grave turbamento causato dal pericolo del momento. La riforma prevede anche l'estensione del gratuito patrocinio, nei casi in cui il giudice debba procedere penalmente per fatti commessi in condizioni di legittima difesa. E infine vengono inasprite di un anno le pene per il furto in casa e per lo scippo: il minimo ora diventa di quattro anni e il massimo di sette. Più severe le pene per il reato di rapina, da cinque anni fino a un massimo di dieci.