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Priebke, Pomezia dice no

Erich Priebke

Lucia Esposito
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I funerali di Erich Priebke continuano a dividere l'Italia. L'ultimo no è arrivato dal sindaco di Pomezia Fabio Fucci che ha risposto picche all'ipotesi paventata nelle scorse ore della tumulazione di Erich Priebke nel cimitero militare tedesco pometino. "Sono meravigliato - dichiara Fucci - dall'eco giornalistica che ha avuto la proposta del sig. Shindler che, a mio parere, non è meritevole di alcuna attenzione. Sono fermamente contrario all'ipotesi paventata che, ad oggi, non ha alcun fondamento di ufficialità. Ho già contattato il referente del cimitero militare tedesco per avere informazioni in merito e, da quello che mi risulta, una tumulazione a Pomezia non sarebbe tecnicamente realizzabile, dal momento che il cimitero tedesco ospita solo militari caduti in guerra". Poi la conclusione: "I crimini del regime nazista sono un segno indelebile della nostra Storia, e chi li ha commessi deve essere giudicato e poi cancellato dalla memoria collettiva. Pomezia non accoglierà mai uno di loro".  La difesa - La comunità ebraica di Roma ha chiesto di portare via dall'Italia la salma dell'ufficiale autore della strage delle Fosse Ardeatine, ma il legale e amico di Priebke Paolo Giachini ha ancora una volta ribadito che  "lo sdegno del popolo italiano, della gente vera, sincera, è profondo, anche nei confronti della Chiesa che sta dimostrando la sua viltà. Solo Dio può giudicarlo". E alla domanda sul mancato pentimento Giachini risponde: "il pentimento riguarda azioni che sono volontarie e lui ha sempre detto che non poteva rifiutare quell'ordine. Probabilmente non lo sa lei, non lo sanno quelli che hanno parlato prima di me, e se so qualcosa lo tengo per me perché appartiene alla sfera intima delle persone. Il diritto canonico parla di peccatori manifesti - continua l'avvocato - Priebke è una persona che veniva regolarmente confessata, è stato assolto dal clero, lo accettavano in Chiesa fino a pochi mesi fa, quindi adesso non possono tirarsi indietro. Dico solo che lo hanno portato e voluto a Roma per giudicarlo e condannarlo e ora se ne vogliono liberare. Mi sembra troppo semplicistico".  Nella mattinata di oggi, lunedì 14 ottobre è  stato notificato  all'avvocato di Erich Priebke il decreto con cui il questore Fulvio   della Rocca vieta, per motivi di ordine e sicurezza, nell'ambito di  tutta la provincia di Roma, che le funzioni relative alle esequie ed   al trasporto della salma dell'ex ufficiale delle Ss avvengano in forma  pubblica e solenne, nonchè lo svolgimento di qualsiasi manifestazione  pubblica. Lo sottolinea la questura di Roma in una nota.   Secondo voi dove dev'essere sepolto Priebke: vota il sondaggio di Liberoquotiano. it    Sepoltura in Germania - C'è chi sostiene che debba essere sepolto in Germania ma la scelta "dipende dalla famiglia, dai parenti che  dovrebbero organizzare il trasferimento e la sepoltura". A  sottolinearlo sono fonti dell'ambasciata tedesca a Roma,  precisando che se la famiglia decidesse di procedere alla sepoltura in  Germania "potrebbe farlo" e che "in linea di principio non è previsto  alcun coinvolgimento dello stato tedesco o dell'ambasciata di Berlino   in Italia".  Ma finora i figli non hanno detto una parola. In questi casi infatti l'ambasciata può essere coinvolta - cosa  che non è avvenuta - solo se esiste da parte della famiglia una  necessità e quindi una richiesta di essere assistita, per esempio in   caso di mancanza di mezzi per farsi carico del trasferimento della   salma. Per i funerali dell'ex ufficiale   elle SS Erich Priebke, “confidiamo nell'attività delle forze   dell'ordine, questura e prefettura, che hanno vietato funerali  pubblici che possano trasformarsi in una ghiotta occasione per i   nostalgici, per i nipotini di Hitler per fare un'adunata contro le   leggi dello Stato”. A dirlo, prima di prendere parte ad un incontro   sui luoghi della Perugia ebraica, è stato il presidente della   Comunità ebraica di Roma e Perugia Riccardo Pacifici.  “Soprattutto -  ha detto ancora - si creerebbero problemi di ordine pubblico. Nulla da  dire ovviamente su quello che è l'aspetto dei"Confidiamo nell'attività delle forze dell'ordine, della questura e prefettura che hanno vietato funerali pubblici che possano trasformarsi in una ghiotta occasione per i nostalgici, per i 'nipotini di Hitler' per fare un'adunata anche contro le leggi dello Stato, dove soprattutto immagino si creerebbero problemi di ordine pubblico". Dalla città natale di Erich   Priebke arriva un 'nò alla sua sepoltura nel cimitero locale. Il  consiglio municipale di Hennigsdorf ha voluto chiarire che solo i   residenti nella località situata a nordovest di Berlino hanno il  diritto di essere sepolti nel cimitero fatta eccezione per quei casi   in cui i parenti chiedono che il congiunto possa essere seppellito  nella tomba di famiglia. E nel caso di Priebke non risulta esservi una  tomba di famiglia nel locale cimitero.   La famiglia Da Bariloche parla il fglio di Eriche, Jeorge, 68 anni. "L'ultima volta che ho sentito mio padre è stato una quindicina di giorni fa. Non era malato, stava bene":, ha detto Jeorge precisando che non andrà ai funerali del padre. "Siamo molto tristi, anche se ora sto un po' meglio. A chiamare eravamo sempre noi, lui non poteva fare telefonate internazionali. L'ultima volta che l'ho sentito abbiamo parlato un minuto, non di piu', come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene... Mi aveva detto alla prossima. Poi non ha più risposto, né ha voluto sapere niente di nessuno. Credo si sia lasciato andare", racconta Jorge che ha aggiunto che non andrà ai funerali perchP non "ho i soldi per il biglietto. In Argentina - precisa - prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni. Quando c'è stata l'estradizione in Italia di mio padre, qui tutti si sono lavati le mani, come Ponzio Pilato", afferma ancora, riferendosi alla reazione della comunita' tedesca locale e della Germania nei confronti dei familiari di Priebke a Bariloche. Provocatoriamente ha detto: "Seppellitelo in Israele, così saranno contenti" La Diocesi di Roma: preghiera in casa  Con una nota ufficiale, la Diocesi   di Roma interviene nella querelle sui funerali dell'ex ufficiale SS   Erich Priebke. “In merito alla celebrazione dei funerali del signor  Erich Priebke -si legge nella nota- è necessario precisare” che “la  richiesta è stata presentata al parroco non dai familiari del   defunto, ma da una signora a nome dell'avvocato del signor Priebke,   nella mattina di sabato 12 ottobre”. “L'autorità ecclesiastica  considerate tutte le circostanze del caso, ha ritenuto che la preghiera per il defunto e  il suo affidamento alla misericordia di Dio - finalità proprie della  celebrazione delle esequie religiose - dovessero avvenire in forma   trettamente privata, cioè nella casa che ospitava le spoglie del   defunto. Pertanto -chiarisce la nota del Vicariato- nel rispetto della   legge della Chiesa, non è stata negata la preghiera per il defunto,  ma è stata decisa una modalità diversa da quella abituale, riservata  e discreta. La proposta è stata rifiutata dall'avvocato del signor   Priebke”.     

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