Donne soldato, quindici anni dopo. Alla Camera il capitano Debora Corbi racconta la rivoluzione nelle Forze Armate

di Giulio Bucchimercoledì 30 settembre 2015
Donne soldato, quindici anni dopo. Alla Camera il capitano Debora Corbi racconta la rivoluzione nelle Forze Armate
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In occasione della presentazione, alla Camera dei Deputati, di Ufficiale e Gentildonna (30 settembre 2015) del capitano Debora Corbi, ne approfittiamo per un breve excursus sul rapporto fra donne e Forze Armate. Eccellenza tricolore - La prima “soldatessa” che la Storia nostrana ricordi è il generale di brigata Piera Gatteschi Fondelli, comandante del Servizio Ausiliario Femminile della Repubblica di Salò. Oblio - La memoria del dopoguerra ha cancellato tutto: eccetto qualche pubblicazione dedicata all'argomento, la vicenda delle Ausiliarie è stata rimossa. Eppure, quelle ragazze pagarono il prezzo più alto al termine della guerra civile, subendo stupri e omicidi perché donne e perché soldati della “parte sbagliata”. Già, soldati e senza la desinenza “esse”. E vi spieghiamo perché. Classe '99 Quindici anni fa, mentre la leva assisteva al suo tramonto, un pugno di ufficiali guarda oltre e la legge 38/99, del 29 settembre 1999, arriva come un filmine a ciel sereno. Fra i protagonisti della nuova era c'è Debora Corbi. Fate largo - Fondatore e animatore dell'Associazione Aspiranti Donne Soldato, dal 1995 Debora si dà da fare per promuovere l'inserimento di personale femminile nelle FFAA. E, nel 2000, quell'impegno è premiato: l'Aeronautica Militare la insignisce del grado di ufficiale. All'inizio, si tratta di una onoreficienza per il suo impegno; poi, la cosa si fa “seria”: Debora passa in Servizio Permanente Effettivo (SPE) e, oggi, è capitano dell'Arma Azzurra. Il libro - “Resto convinto che senza l’entusiasmo, la pazienza, a volte le intemperanze, il coraggio e lo spirito di iniziativa di Debora Corbi e di un pugno di ragazze in gamba come lei, in un ambiente come il nostro questa legge potrebbe non aver mai visto la luce” scrive il Generale Mario Arpino in Ufficiale e Gentildonna (D. Corbi, Ed. LoGisma, coll. Frecce, 2014), opera nella quale il capitano racconta quell'avventura iniziata ormai vent'anni fa, con l'associazionismo e quindici anni fa con la vita militare. Parole importanti che vengono da chi, in quel lontano '99, era Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica e che ha visto nascere e andare in porto un progetto ambizioso. E, nel contempo, anche una pietra miliare dell'evoluzione della società civile: l'arruolamento non era più una questione di fisicità, ma il riconoscimento di qualità quali volontà, determinazione e anche coraggio che non sono di genere, ma rare sia negli uomini sia nelle donne. di Marco Petrelli @marco_petrelli