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Corruzione e appalti truccati, undici arresti al ministero dell'Agricoltura

In manette ex capo di Gabinetto Giuseppe Ambrosio e sua moglie. Il ministro Catania: azzerati tutti i finanziamenti per il 2013

Eliana Giusto
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Undici arresti tra imprenditori, dirigenti e funzionari del ministero delle Politiche agricole per corruzione e turbativa d'asta su erogazione di contributi statali; sequestrati beni per oltre 22 milioni di euro. Finiti in manette anche Giuseppe Ambrosio, ex capo di Gabinetto dei ministri Luca Zaia e Giancarlo Galan e attuale capo della segreteria del sottosegretario Franco Braga.  Ambrosio e moglie - Ambrosio, direttore generale del Consiglio per ricerca e la sperimentazione in agricoltura, è il "Centurione" che ha dato il nome all'operazione: con lui sono stati arrestati anche la moglie, Stefania Ricciardi, dirigente dell'ufficio Promozione della qualità agroalimentare, e un'altra persona "di fiducia", dipendente del ministero. Per Ambrosio l'accusa "non è soltanto quella di avere favorito, dietro compenso, alcuni imprenditori ma anche di avere cooperato alla concessione di contributi pubblici in favore del Comune di Maratea (Potenza) e di Todi (Perugia), rispettivamente per 63.500 e 125.000 euro, ricevendo in cambio l'omessa vigilanza edilizia da parte dei soggetti preposti su alcune opere realizzate abusivamente nelle ville di proprietà. Ville per la cui realizzazione il funzionario ha impiegato risorse per 1.273.000 euro", giudicate "non coerenti con il proprio reddito familiare". Partendo da questi elementi le Fiamme gialle hanno ricostruito puntualmente i redditi ed il patrimonio dei due coniugi, dal 1993 al 2008, accertando "una sproporzione di oltre 925.000 euro tra entrate e uscite". Carico di mozzarelle - "Quasi tutte le attività del Ministero delle Politiche agricole sono risultate inquinate da questa attività corruttiva" ha spiegato il procuratore aggiunto di Roma, Nello Rossi. Tra i "prezzi" da pagare anche un carico di mozzarelle. "In una delle intercettazioni - racconta il colonnello Fabio Pisani - uno degli indagati fa capire ad un imprenditore campano che può  convincere il ministro a fare visita al suo opificio durante un 'tour' in Campania". "Tanto basta - continua il colonnello - perchè a Roma arrivi una fornitura così ingente di mozzarelle che l'indagato ha difficoltà a piazzarle e deve darsi da fare non poco per riuscire a distribuire tra parenti, amici e conoscenti il prezioso carico prima che si rovini". "La visita non avvenne mai, naturalmente - conclude Pisani -, era una millanteria che però indica una chiara  malattia del sistema: l'imprenditore non ha alcuna certezza di ricevere il favore chiesto ma per ingraziarsi l'interlocutore e garantirsi un possibile, futuro tornaconto non esita a pagare".   Fondi azzerati - "Ho piena consapevolezza di dare sempre sostegno alla magistratura di cui ho totale fiducia e attendo gli sviluppi ulteriori del procedimento anche mantenendo pieno rispetto degli indagati", afferma il ministro delle Politiche agricole Mario Catania: "Non è un evento di cui posso dire di essere felice sul piano umano sono addolorato". Poi precisa: "Non è l'intera attività del Ministero sotto osservazione ma l'attività di comunicazione istituzionale e di promozione che ha un tasso di discrezionalità che non me l'ha mai resa particolarmente simpatica". Per questo il ministro ha tagliato tutto: "Gli stanziamenti sono passati dai 21 milioni del 2007 a 1 milione di euro del 2012 e sono stati azzerati per il 2013".  

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