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Ricerca Eurispes, dal parlamento ai sindacati, in Italia se non hai 50 anninon puoi stare fra chi comanda

Il premier e il presidente della Repubblica

Ignazio Stagno
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Italiani, vecchi e potenti. ”Forse anch'io ho dato quest'anno una piccola testimonianza di invecchiamento attivo, molto attivo”, ha dichiarato il premier Mario Monti. Un anzianità attiva che blocca e mette i bastoni fra le ruote ai giovani che vogliono farsi spazio. Il paese è in mano a chi ha i capelli bianchi. Matteo Renzi ne sa qualcosa. Se Bersani avesse i capelli, li avrebbe sicuramente datati. E così numeri alla mano, per i giovani in ogni settore del potere non c'è speranza. L'Eurispes inchioda l'Italia ad un immobilismo dettato dagli anziani che restano disperatamente attaccati alla poltrona. In politica è record di gerontocrazia. In Italia quattro potenti su 5 hanno più di 50 anni (79,5%), mentre i giovani fino a 35 anni rappresentano appena il 3%. Di questo esiguo 3 per cento il 71 è costituito da sportivi. In pratica le posizioni di vertice restano un 'tabù' per chi ha ancora la gioventù dalla sua parte. Basta pensare al Prof in loden che è del 1943, a Giorgio Napolitano che è addisrittura del lontano 1925. Renzi non ha perso solo le primarie del Pd, forse ha perso una battaglia ben più dura. Un conflitto generazionale destinato per il momento a restare a senso unico. In base alla ricerca di Eurispes, che ha analizzato i dati riguardanti 5.560 potenti, emerge un altro dato inquietante: dalla comparazione delle elite al potere nel 1992 e di quelle di oggi, nulla è cambiato negli ultimi vent'anni. Questo perché “sono venuti meno i processi fisiologici di ricambio generazionale e di circolazione delle elite”, si legge nello studio. Anche il potere è invecchiato con i suoi potenti nelle stanze dei bottoni. In parlamento, l'età media è di 57 anni in Senato e di 54 alla Camera. Più alta è l'età media dei ministri del Governo tecnico, che si attesta ad una soglia di 64 anni. Soltanto 47 sono i deputati hanno meno di 40 anni. i pensi alla Gran Bretagna: David Cameron è diventato primo ministro a 43 anni, Tony Blair a 44.  Banca per vecchi La musica non cambia se si guarda ad un altro settore del potere: l'economia. E specificatamente a chi ha il potere di gestire il denaro, le banche. Lì l'età media tocca quella dei vescovi. Tra le poltrone che contano di più si pensi a quella di Giovanni Bazoli, il presidente del Consiglio di sorveglianza della banca Intesa Sanpaolo, oltre che presidente della finanziaria Mittel. Classe 1932. Poi c'è Giuseppe Vita, del 1935, altro banchiere potente ex di Allianz e Deutsche Bank, siede adesso come presidente di Unicredit.  E i sindacati? Quelli che portano in piazza i lavoratori e chiedono diritti per i giovani e per i precri che età media hanno? Non sono proprio dei ragazzi. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil è nata nel 1955,  Raffaele Bonanni della Cisl è del 1949 e Luigi Angeletti, Uil, è anche lui del 1949.  I dirimpettai di Confindustria non sono da meno. Giorgio Squinzi, è nato nel 1943. E nel board dell'associazione degli industriali l'età media è di 59 anni.  Aziende statali L'ultimo capitolo de nonni al comando riguarda le aziende partecipate e quelle statali. Prendiamo il caso di Finmeccanica, travolta dagli scandali e dalle inchieste, passata da Guarguaglini a Giuseppe Orsi, del 1945. All'Anas siede invece Pietro Ciucci, amministratore unico, del 1950. Alla  Rai il presidente da poco nominato è Anna Maria Tarantola, già dirigente della Banca d'Italia, ha 67 anni. E la Tarantola è in ottima compagnia. Il dg Luigi Gubitosi, è del '61. Insomma ai giovani non resta che raccontarsi la storiella di ascoltare i saggi per diventare esperti. Ma il rischio è che i dinosauri resteranno sempre lì a loro posto. E i giovani continueranno a sognare ciò che forse gli spetta: il potere di rinnovare. Anche le stanze dei bottoni. 

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