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Il cane eroe del terremotosi butta da un dirupo

Alex, il golden retriever di 6 anni, aveva trovato tre dispersi all'Aquila: si è gettato a mare mentre era con il suo padrone a Camogli

Nicoletta Orlandi Posti
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  di Alessandra Mori Aveva partecipato a decine di ricerche di fungaioli e persone sparite nei boschi. E aveva «annusato» per giorni le macerie del terremoto dell'Aquila, tre anni fa, dando il suo contributo ai volontari per il ritrovamento di tre dispersi, se pure deceduti. Era un cane speciale Alex. Un golden retriever di 6 anni, che «lavorava» fin da quando ne aveva due. Era, perché domenica pomeriggio  il cane-eroe delle unità cinofile liguri dei pompieri, è morto. Non era malato e non è stato ferito. Nessuno gli ha fatto del male. Ci ha pensato da sé a farla finita, come solo le persone sembrano, o forse si può dire sembravano, essere in grado di fare.  Alex era in gita con il suo padrone, il vigile del fuoco Massimo Angeloni, 42 anni, di Coronata, quando a un certo punto si è buttato in mare da una scogliera di Camogli, facendo un volo di 15 metri. Non si sa cosa sia passato nella mente dell'animale, se abbia fiutato qualcosa che valeva la pena d'inseguire, abituato com'era a svolgere al meglio il suo compito. «Forse uno stimolo di quelli che sentiva nelle ricerche, non possiamo dirlo», ha raccontato al Secolo XIX  il responsabile dell'unità cinofila ligure dei vigili del fuoco Fulvio Pittaluga. Che con la mente è tornato poi al terremoto dell'Aquila: «Trovammo tre persone grazie lui, purtroppo decedute», ricorda Pittaluga, che racconta la storia del cane al posto del padrone, in organico al gruppo Saf (speleo alpino fluviale), troppo scosso dalla disgrazia. Dopotutto doveva essere una giornata di festa, una gita in famiglia, con la moglie, le due figlie, e  Alex, che della famiglia faceva parte a tutti gli effetti, e invece si è trasformata in tragedia. Tutto è successo all'improvviso, poco dopo l'una e mezzo. Il cane che si butta, il padrone che in un primo momento lo vede nuotare e in cuor suo tira un sospiro di sollievo. Ma da quell'altezza ci si può sbagliare. E purtroppo Angeloni si è sbagliato. Se ne è accorto quando ha raggiunto il livello del mare. Alex non stava nuotando, il suo corpo senza vita stava galleggiando. A quel punto non ha potuto far altro che chiamare i pompieri. «Alex aveva cominciato da cucciolo i corsi di formazione», ha raccontato ancora Pittaluga, «e a due anni ha superato gli esami per diventare operativo. Quindi era con noi da quattro anni, un cane di grandissima affidabilità e professionalità. Volava anche dall'elicottero». Un cane speciale, appunto, che se ne è andato troppo presto, proprio come succede a certe persone.  

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