Rivoluzione all'anagrafe: anche le donne italiane potranno chiamarsi Andrea. "Non c'è timore che ingeneri confusione tra i sessi", ha sentenziato la Cassazione che ha accolto il ricorso di due due genitori che, dopo aver deciso di chiamare la propria bambina 'Andrea', erano stati costretti dal tribunale di Pistoia a rettificare il nome in 'Giulia Andrea'. Una questione di principio - Paolo e Giuseppina si sono battuti fino all'ultimo per chiamare la propria figlia come volevano e la Prima sezione civile, gli ha dato ragione: "il nome Andrea, anche per la sua peculiarità lessicale, non può definirsi nè ridicolo nè vergognoso se attribuito ad una persona di sesso femminile, nè potenzialmente produttivo di un’ambiguità nel riconoscimento del genere della persona cui è stato imposto, non essendo più riconducibile, in un contesto culturale ormai non più rigidamente nazionalistico, esclusivamente al genere maschile". Usato al femminile in tutta Europa - Di tutt'altro avviso erano stati il Tribunale di Pistoia e, successivamente, la Corte d’appello di Firenze che avevano imposto alla coppia toscana di usare un doppio nome sostenendo che il solo 'Andrea' nella tradizione culturale italiana era fuorilegge, violando l’art. 35 del d.p.r. 396 del 2000, ai sensi del quale il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso". Ora la Cassazione ha liberalizzato il nome 'Andrea', spiegando che "la natura sessualmente neutra" del nome in questione "nella maggior parte dei paesi europei, nonchè in molti paesi extraeuropei, tra i quali gli Stati Uniti, per limitarsi ad un ambiente culturale non privo d’influenze nel nostro paese, unita al riconoscimento del diritto d’imporre un nome di provenienza straniera al proprio figlio minore nei limiti del rispetto della dignità personale, non può che condurre ad una soluzione opposta a quella fornita dalla sentenza di secondo grado". Il precedente a Mantova - Una battaglia legale condotta per anni dal padre Paolo, avvocato, per una questione di principio perchè, come dice, "in famiglia, è sempre stata Andrea e basta". L'ultimo precedente è di una bambina che vive a Mantova. In quel caso il giudice ha vietato che la bimba, nata in Francia, possa chiamarsi 'Andrea' e ha imposto il nome Andrèe. Ora la sentenza della Cassazione apre la strada anche per lei.