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Non vuole sposare un clandestinoSindaco leghista si dimette

Il giudice impone al primo cittadino di Terno di celebrare il matrimonio tra un marocchino e una italiana. Lui presenta le dimissioni

Nicoletta Orlandi Posti
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  Alla fine il clandestino si è sposato, ma nessuno degli amministratori comunali ha accettato di celebrare il suo matrimonio e ora il sindaco minaccia le dimissioni. Questa mattina nel municipio di Terno d'Isola, in provincia di Bergamo, sono state celebrate le nozze di un 28enne marocchino con una cittadina italiana di origine russa. Nozze che si dovevano già svolgere lo scorso 5 novembre. Ma l'amministrazione comunale leghista, che ha un atteggiamento piuttosto duro con gli immigrati, sottopone a un esame certosino ogni pratica che li riguarda. Ha così scoperto che tre anni fa all'uomo era stato rifiutato il rinnovo del permesso di soggiorno a causa di una vicenda di droga. Allora aveva presentato ricorso al Tar e lo aveva perso (anche se pare che un nuovo ricorso, ancora senza risposta, sia stato presentato al Consiglio di Stato). Ha quindi chiamato i carabinieri, che hanno bloccato l'immigrato pochi minuti prima delle nozze. La questura aveva deciso di procedere all'espulsione chiedendo al giudice di pace la convalida del provvedimento. Ma il provvedimento è stato sospeso per trenta giorni e all'immigrato è stato così concesso di sposarsi. Le nozze si sono celebrate questa mattina, ma a farlo è stata delegata un'impiegata dell'ufficio anagrafe, perchè nessun amministratore comunale ha accettato di farlo. Anzi, il sindaco Corrado Centurelli ha annunciato di essere intenzionato a rassegnare le dimissioni. Solo in modo simbolico, però, come "provocazione contro le istituzioni".  

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