Il maltempo fa ancora stragi: lo Stato toglie soldi ai Comuni, questo è il risultato
di Gilberto Oneto In questo paese si parla di problemi del territorio e del paesaggio solo davanti a qualche catastrofe che si insiste a definire «naturale», quando in realtà si tratta nella stragrande maggioranza dei casi degli esiti di dissennate azioni umane: si dovrebbe perciò parlare più appropriatamente di «catastrofi artificiali», derivate dalla cattiva pianificazione, dalla mancanza di una efficace conoscenza del territorio, da pessime progettazioni e da cure e manutenzioni carenti se non inesistenti. La vicenda della gestione italiana del territorio ha inquietanti assonanze orwelliane. Parte dalla concessione ai Comuni della sovranità pressoché assoluta sul territorio e della possibilità di trarre vantaggi economici dal suo «utilizzo» sotto forma di oneri di urbanizzazione che in teoria dovrebbero servire a pagare le strutture urbanistiche ma che in troppe realtà sono diventati un comodo Bancomat per far cassa. Lo Stato si porta via tutte le ricchezze che le comunità producono e le «risarcisce» con la perversa possibilità di fare soldi sulle costruzioni, prima come oneri e poi come tassazione. Questo ha spinto molte amministrazioni per ingordigia ma anche per oggettiva necessità a concedere permessi a manetta e a cementificare. Leggi l'articolo integrale di Gilberto Oneto su Libero in edicola oggi, mercoledì 14 novembre