Passera e Barca contestati a CarboniaGli operai sfondano le barriereche proteggevano il vertice sul Sulcis
Pietre e palloncini di vernice colorata sono stati lanciati contro i poliziotti in tenuta anti-sommossa
Lunedì era toccato alla Fornero durante il vertice italo-tedesco sul lavoro organizzato a Napoli. Oggi, martedì 13 novembre, è stata la volta dei ministri Corrado Passera e Fabrizio Barca, che insieme al sottosegretario De Vincenti hanno partecipato a Carbonia a un vertice sulla situazione del Sulcis. La rabbia dei disoccupati a Napoli e quella degli operai della fabbrica dell'Alcoa a Portovesme in Sardegna si è fatta sentire e vedere. Stamattina, come lunedì, però la protesta si è trasformata in scontri con le forze dell'ordine. Decine di manifestanti, gridando slogan contro i ministri e per il lavoro lanciando pietre e palloncini di vernice colorata, hanno sfondato le barriere dell'Auditorium della Grande Miniera di Serbariu proprio mentre Passera e Barca ricevevano una delegazione di sindacalisti Rsu dell'Alcoa. Sono stati respinti dalla polizia in tenuta antisommossa. Le proteste e gli scontri sono durati tutto il pomeriggio, tanto da obbligare Passera a lasciare il Sulcis in elicottero, stile fuga precipitosa. Gli operai del Sulcis hanno anche tentato di bloccare la partenza per Roma dei ministri dello Sviluppo economico e della Coesione territoriale: le forze dell'ordine che presidiavano il Consiglio regionale della Sardegna in via Roma a Cagliari, per la protesta dei cittadini dell'Ogliastra e del Nuorese contro l'abbattimento dei fabbricati abusivi, hanno ricevuto l'ordine di trasferirsi all'aeroporto di Elmas. Crisi nera - Lunedì sera, proprio in vista dell'arrivo dei ministri Passera e Barca, quattro operai della ex Rockwool hanno indossato tute ed elmetti e hanno occupato la galleria Villamarina della miniera di Monteponi ad Iglesias per protestare contro la loro mancata ricollocazione nelle iniziative di ricupero e bonifica delle aree minerarie dismesse da parte dell'Igea, società della Regione Sarda, titolare dei siti ex minerari dell'isola. Alcuni manifestanti hanno detto di voler far sentire la loro voce e la loro rabbia proprio nel momento in cui i loro delegati partecipavano alla riunione con i rappresentanti del Governo. Precedentemente i ministri avevano ricevuto i rappresentanti della Portovesme srl i quali - secondo quanto riportano i sindacalisti - hanno sottolineato che la produzione di zinco e piombo è strategica per l'Italia per cui potranno stare tranquilli fino al 2015 mentre la prossima primavera si metterà a punto un progetto per assicurare la produzione nei prossimi 15-20 anni. Alla Portovesme srl lavorano circa 700 persone. E' stata poi la volta dell'Eurallumina che conta 333 operai. Secondo quanto riporta Antonello Pirotto il Cda della Rusal ha rattificato la disponibilità al ravvio dello stabilimento. Il 22 novembre verrà siglato un protocollo d'intesa per decidere tempi e investimenti per la ripresa produttiva. Tutto ruota intorno alla grande caldaia che è in grado di generare energia elettrica e termica e che dovrà essere realizzata con fondi privati e per un 15% pubblici. Più complicata è la situazione della Carbosulcis, dove lavorano 470 operai, e del progetto per la cattura e lo stoccaggio della Co2 per la produzione di energia elettrica. Bisogna fare i conti con le norme europee sugli aiuti di Stato per cui la situazione è in corso di valutazione da parte del governo.