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Un registro delle moscheePisapia si piega agli imam

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Il Comune di Milano vara l'Albo delle organizzazioni religiose: gli iscritti potranno chiedere la messa a norma dei luoghi di culto

Matteo Legnani
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In campagna elettorale, Giuliano Pisapia promise che se fosse stato eletto sindaco di Milano avrebbe regolarizzato la situazione delle moschee cittadino. Per oltre un anno ha lasciato sepolto il tema, per evitare polemiche ad insediamento appena avvenuto. Ora, invece, ha dissotterrato l'ascia di guerra, varando l'"Albo delle organizzazioni e delle associazioni religiose", un apposito Protocollo di intesa e una "Conferenza permanente delle confessioni religiose". Sono le novità contenute nella delibera approvata alla giunta comunale. Il provvedimento si riferisce alle confessioni religiose che non sono titolari di un'intesa con lo Stato (tra cui l'islam) e "ha l'obiettivo - sostiene l'amministrazione - di avviare le procedure per un rapporto trasparente e riconosciuto tra l'Amministrazione comunale e i rappresentanti di culti religiosi".  Le realtà cittadine che si iscriveranno all'Albo potranno richiedere, dopo aver seguito apposite procedure, la messa a norma dei luoghi che attualmente usano per l'esercizio del culto (come quello famigerato di viale jenner, una autofficina convertita a moschea) oppure beneficiare della destinazione di strutture o spazi, sia pubblici che privati, per lo svolgimento delle attività di preghiera. Al momento dell'iscrizione all'Albo, i vari soggetti sottoscriveranno un Protocollo di intesa con l'Amministrazione comunale. In questo documento saranno esplicitati i diritti e i doveri delle parti. 

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