Torna in funzione la Ruota degli EspostiAbbandonato neonato alla Mangiagalli
La "culla per la vita", installata alla Mangiagalli nel 2007, non era mai stata usata
Ieri pomeriggio attorno le sei e mezza del pomeriggio una donna, probabilmente di origine europea, ha schiacciato il pulsante rosso della Culla per la vita della clinica Mangiagalli, la saracinesca si è alzata per chiudersi quindici secondi dopo, dentro è rimasto il neonato, un ciuffo di capelli scuri e una tutina azzurra. Accanto al piccolo, un biberon di latte materno e qualche vestitino. Così Milano ritorna ai tempi della "Ruota degli esposti" di medievale memoria, ma oggi in riedizione più tecnologica, quello di ieri è il primo caso di abbandono dal 20 novembre 2007, giorno in cui la culla venne messa in funzione. Il bimbo pesa un chilo e 700 grammi, le sue condizioni di salute sono discrete, ittero a parte, e l'impressione dei medici e degli infermieri è che sia stato accudito con cura fino all'ultimo minuto. Il suo nuovo nome è Mario, in onore della Santa Maria Goretti di cui si celebrava la ricorrenza. Fin dall'inaugurazione il servizio offre un aiuto concreto a tutte quelle madri che non riescono a crescere i loro piccoli e vogliono regalargli la possibilità di un futuro migliore. La promessa di questa specialissima culla è che mani esperte accoglieranno il neonato in assoluta riservatezza, niente cassonetti, né passeggini lasciati chissà dove. Solo un pulsante da schiacciare che permette di accedere a una culla termica collegata con un monitor della Terapia intensiva neonatale e un sistema di allarme che scatta subito dopo che la tapparella si è chiusa e la madre ha avuto il tempo di allontanarsi. Ieri, l'ultimo caso di abbandono. Fabio Mosca, il primario di Neonatologia della Mangiagalli, ha raccontato: "Ci vuole massimo rispetto per la scelta della madre, in condizioni di disperazione ha scelto, comunque, di garantire un futuro al bebè. La Mangiagalli, dove nascono 6.500 bimbi l'anno, si conferma un simbolo della vita".